Lo scrittore belga Pieter Aspe, conosciuto per i suoi romanzi polizieschi con il commissario Pieter Van In e il sostituto procuratore Hannelore Martens come protagonisti principali, è morto sabato 1 maggio in un ospedale di Bruges all'età di 68 anni. Da tempo soffriva di un cagionevole stato di salute, dovuto prima a ripetuti problemi cardiaci e da oltre un anno a un'insufficienza polmonare.

Nel 2018 aveva fondato una sua casa editrice, Aspe Nv, che ha diffuso la notizia della scomparsa. Nato come Pierre Aspeslag a Bruges il 3 aprile 1953, è stato precettore, fotografo, commerciante di vini, venditore di granaglie e cereali, custode di una basilica, impiegato in un'impresa tessile e lavoratore stagionale per la polizia marittima. Ha esordito come scrittore di gialli nel 1995 con "Il quadrato della vendetta", dove fa la sua comparsa il malinconico e irascibile commissario fiammingo Van In, dotato di un caustico senso dell'umorismo: amante dell'arte, dei sigari, della birra e delle belle donne non ha eguali nel risolvere i casi più intricati.

Nel 2001 Aspe ha vinto il premio Hercule Poirot come miglior scrittore fiammingo di gialli. È autore di 32 romanzi. In Italia Fazi Editore ha pubblicato "Il quadrato della vendetta" (2009), "Le maschere della notte" (2010), "Caos a Bruges" (2010), "La quarta forma di Satana" (2011), "Sangue blu" (2014), "Il caso Dreyse" (2015) e "L'orecchio di Malco" (2017). I suoi romanzi polizieschi, adattati anche per la tv, sono stati tradotti in dieci lingue e hanno venduto oltre 3 milioni e mezzo di copie nel mondo: oltre che in Italia sono stati pubblicati in Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Sudafrica, Polonia, Repubblica Ceca e Stati Uniti.