Giulio Maceratini commemorato al Senato. Il ricordo di Gasparri, Urso e Barbaro

29 Lug 2020 14:29 - di Redazione

L’aula del Senato ha ricordato con un minuto di silenzio Giulio Maceratini, parlamentare del Msi e di An, di cui fu capogruppo a palazzo Madama, morto sabato scorso a Roma a 82 anni. Prima del minuto di raccoglimento, la presidente Elisabetta Casellati ha ricordato la figura e l’impegno politico di Maceratini. Quindi ha preso la parola Maurizio Gasparri, rievocando vari episodi della vita e della carriera politica di Maceratini.

Capogruppo in Senato dal 1994 al 2001

“Vi è un episodio – ha detto Gasparri – che costituisce un ulteriore esempio della generosità di Giulio Maceratini. Era nato nel 1938 e, quindi, nel 1994 aveva cinquantasei anni, un’età non particolarmente avanzata. Siccome esordiva la nuova legge elettorale Mattarellum e il Senato, per una forza politica di destra, si presentava più rischioso perché non c’era il listino proporzionale della Camera e poiché Giulio aveva già fatto alcune legislature alla Camera dei deputati dal 1983 ed era stato eletto alla Regione precedentemente, disse che si sarebbe candidato lui al Senato dove c’era maggiore margine di rischio perché aveva già svolto attività parlamentare ed era giusto che fosse lui a rischiare di più, così che altri potessero avere posizioni meno rischiose. In realtà, fu eletto perché nel 1994 esordì il centrodestra e la coalizione ebbe un grande successo anche a Roma dove Maceratini venne eletto nel quartiere Prati”.

Svolse il compito di capogruppo dal 1994 al 2001 con saggezza ed equilibrio. Gasparri ha ricordato che Maceratini era un avvocato “che univa alla militanza la difese del diritto e del garantismo. Anche all’interno della destra politica spesso si caratterizzava per posizioni più garantiste in epoche in cui il dilagare della violenza e del terrorismo facevano emergere posizioni molto drastiche sotto il profilo della sanzione penale”.

“Lo voglio ricordare – ha detto ancora Gasparri – quindi come un politico ideale, perché è stato caratterizzato da coerenza fortissima, che porta però anche a un percorso che nel tempo aiuta a
recepire nuove istanze ed esigenze dei tempi. È stato caratterizzato da militanza, perché Giulio Maceratini è stato un militante politico, nel senso più nobile e integrale del termine, che poi successivamente è entrato nelle assemblee regionali e parlamentari. È stato caratterizzato da cultura e politica, espresse nel pensiero, nel dibattito e sulle riviste. È stato caratterizzato dalla capacità di dare spazio alle nuove generazioni: era comunque pronto, se necessario, a cedere il passo. È stato caratterizzato da grande generosità umana, come politico, guida e maestro di
politica, e come giurista, avvocato e difensore dei diritti di tanti”.

“Giulio Maceratini  – ha concluso Gasparri – è stato tutto questo ed è stato un onore per il Senato averlo tra i propri membri, quindi il Gruppo Forza Italia e tutti noi che lo abbiamo conosciuto gli rendiamo omaggio e abbracciamo la sua famiglia e la moglie, che gli è stata accanto in questi anni di sofferenza con grande dedizione e generosità”.

Urso: uomo di grande cultura, aveva a cuore i giovani della sua comunità

Adolfo Urso ha ricordato la vasta cultura di Maceratini. “E’ stato per lungo tempo un principe del foro, un grande avvocato cassazionista, un consigliere dell’ordine forense, ma anche un principe della politica, colto e raffinato. Conosceva perfettamente l’inglese e il francese, la storia, la geografia, la filosofia. Era anche un uomo concreto e determinato, lucido nelle sue azioni, che amava la sua comunità e soprattutto i più giovani, che difese tante volte nelle aule dei tribunali e non solo: negli anni duri della Repubblica, negli anni della guerra civile strisciante, negli anni
del terrorismo, negli anni delle vittime”.

“Nasceva nel 1938 e negli anni della guerra era un bambino, che capiva la Nazione ferita – ha continuato Urso – Poi si forma nell’alveo dello spiritualismo evoliano, quello dei «Figli del Sole». Forma un sodalizio insieme a Pino Rauti, che dura per tanti decenni – Rauti e Maceratini – dentro e fuori il partito, l’allora Movimento Sociale Italiano. Nel MSI viene eletto prima in Consiglio regionale, laddove onora le istituzioni, e poi alla Camera dei deputati, nel 1983, quindi nel Parlamento europeo, dove subentra nel 1988, per un breve periodo; poi nuovamente al Senato, nel 1994, dove raggiunge anche il vertice come Presidente del Gruppo Alleanza Nazionale”.

Giulio Maceratini, figlio del sole, era molto amico di un altro giovane di quella generazione, che un incidente ci portò via, Pino Romualdi. Pino Romualdi è colui che ha fondato la destra nel dopoguerra. Fu arrestato poco prima del referendum costituzionale perché era uno di coloro che aveva partecipato all’esperienza della Repubblica sociale italiana. Nel carcere ricevette un emissario dell’allora ministro della giustizia Palmiro Togliatti. In quel carcere, con l’emissario di
Palmiro Togliatti, stabilirono un patto tra due grandi. Secondo il patto, i fascisti (che ancora esistevano e molto spesso avevano nascosto le armi) non sarebbero intervenuti nella contesa tra Repubblica e monarchia e sarebbero rimasti neutrali; in cambio, avrebbero ottenuto l’amnistia.

Barbaro: era un grande sportivo. Aveva giocato nella Lazio ma amava la Roma

Il senatore Claudio Barbaro (Lega) ha ricordato a sua volta la grande amicizia che lo legava a Maceratini, e ha voluto farlo senza indulgere nella retorica. “Credo quindi che il modo migliore per onorarne la memoria sia proprio ispirarsi ai suoi atteggiamenti e ai suoi modi di comportarsi, di vivere e di intendere la politica: la sintesi, la semplicità e la schiettezza, condite da buone dosi di ironia e saggezza, sono i tratti distintivi che l’hanno accompagnato nel corso della sua vita,
contraddistinguendone le fasi, anche sotto il profilo politico, dell’attività forense e – non dimentichiamolo – anche della dirigenza sportiva. Giulio Maceratini è stato infatti un grande dirigente sportivo”.

Maceratini – ha continuato Barbaro – “è stato colui che ha gestito un difficile periodo di transizione che portò i 13 senatori del Movimento Sociale Italiano a diventare i 48 senatori di Alleanza Nazionale. Non è solo un dato numerico, è un dato politicamente importante, culturalmente importante che contrassegna il passaggio da una posizione di emarginazione ad una nuova posizione di governo. Giulio Maceratini seppe coniugare tutti questi aspetti con grande abilità, con grande saggezza ma soprattutto con grande intelligenza politica e questo gli ha consentito di far iniziare alla Destra italiana un percorso culturale storicamente importante i cui effetti si sentono ancora oggi”.

“Vi è poi l’aspetto sportivo – ha concluso Barbaro – perché Giulio Maceratini ha svolto direttamente attività sportiva da giovane, è stato anche un atleta nel mondo del calcio giovanile perché ha militato nella primavera della Lazio ma questo è un fatto singolare perché poi lo
ha portato ad occuparsi di attività sportive come dirigente e difendeva i valori, i principi e le istituzioni sportive e ne difendeva sicuramente l’autonomia. Come sportivo era anche un grandissimo tifoso ed è questa la singolarità: ha giocato nella Lazio ma era innamoratissimo della Roma. Mi permetto di ricordare anche aspetti ironici del suo modo di coniugare la vita politica con la vita di tutti i giorni. Il distintivo di Alleanza Nazionale era biancazzurro, colori a lui indigesti, e quindi fece coniare, per lui è per un ristretto numero di amici, un distintivo completamente giallorosso”.

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