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L'utile di Intesa centra le attese, cost/income al top fra le banche Ue
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L'utile di Intesa centra le attese, cost/income al top fra le banche Ue

di Francesca Gerosa
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La banca ha archiviato il 2018 con un utile netto di 4,050 mld di euro e ha proposto dividendi cash per 3,449 mld (19,7 centesimi per azione, meno del 2017). Efficienza elevata con un cost/income al 53%. In miglioramento la qualità del credito. Cet1 proforma a regime al 13,6%. Per il 2019 previsti utile e ricavi in crescita e una continua riduzione dei costi operativi

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Intesa Sanpaolo centra i target e le attese del mercato. La banca guidata dal ceo, Carlo Messina, ha archiviato il 2018 con un utile netto in aumento a 4,050 miliardi di euro rispetto ai 3,816 miliardi del 2017 (escluso il contributo pubblico cash di 3,5 miliardi per l'operazione Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca). Il consenso Bloomberg si aspettava un utile a 4,056 miliardi. 

"Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti nel 2018: nel primo anno del Piano d'Impresa, pur in un contesto più complesso del previsto, Intesa Sanpaolo ha confermato la capacità di raggiungere tutti gli obiettivi", ha commentato il ceo Messina. "Il risultato netto è stato pari a 4,05 miliardi di euro, con una crescita pro forma del 6% rispetto al 2017: si tratta del migliore risultato dal 2007".

I proventi operativi netti sono saliti nel 2018 a 17,875 miliardi dai 17,84 miliardi del 2017 (+0,2%), poco sotto le attese del consenso a 17,9 miliardi, a fronte di un flusso netto di attività finanziarie della clientela nel 2018 verso un'allocazione contraddistinta dal contenimento dell'esposizione alla marcata volatilità dei mercati finanziari, con una raccolta netta di risparmio gestito pari a circa 8 miliardi di euro e una raccolta a vista delle famiglie cresciuta di circa 11 miliardi. Più nel dettaglio, a livello di ricavi, sono calati gli interessi netti (-2,2% a 7,27 miliardi) e le commissioni (-2,1% a 7,88 miliardi), mentre è migliorato il risultato netto di attività e passività finanziarie (a 1,61 miliardi da 1,3 miliardi).

Il cda proporrà all'assemblea degli azionisti la distribuzione di dividendi cash per 3,449 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 3,419 miliardi del 2017 e pari all'85% di payout ratio indicato nel Piano di Impresa per il 2018. Il dividendo per azione proposto sarà di 19,7 centesimi di euro per azione, in calo rispetto alla cedola di 0,203 del 2017.

"La capacità di remunerare in maniera significativa i nostri azionisti si conferma una priorità", ha rimarcato Messina, osservando anche che "l'ammontare dei dividendi distribuiti e tradotti in erogazioni da parte delle Fondazioni di origine bancaria nostre azioniste supera il 50% delle erogazioni effettuate da tutte le Fondazioni italiane". La politica di dividendi per l'esercizio 2019 prevede la distribuzione di un ammontare di dividendi cash corrispondente a un payout ratio pari all'80% del risultato netto.

Tenendo conto dei dividendi proposti sul bilancio 2018, il Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime di Intesa Sanpaolo è risultato pari al 13,6% e il Common Equity Tier 1 ratio, secondo i criteri transitori in vigore per il 2018, al 13,5%, rispetto a un requisito Srep da rispettare nel 2018, comprensivo di Capital Conservation Buffer, O-SII Buffer e Countercyclical Capital Buffer pari, rispettivamente, al 9,33% e all'8,125%. Nello scenario avverso dello stress test Eba/Bce 2018, al 2020 il Common Equity Tier1 ratio, calcolato sulla base dei dati di bilancio al 31 dicembre 2017, tenendo conto dell'impatto della prima applicazione del principio contabile Ifrs 9, scenderebbe al 9,7%. 

Ancora una volta Intesa Sanpaolo ha registrato un'efficienza elevata con un cost/income al 53%, tra i migliori nell'ambito delle maggiori banche europee. "Il cost/income si colloca al 53,5% e ci conferma ai vertici delle banche europee per efficienza. E' un risultato del quale siamo molto soddisfatti perché lo abbiamo raggiunto portando avanti significativi programmi di investimento nel digitale, nel wealth management e nella formazione", ha indicato il banchiere, notando anche che il Common Equity Tier 1 ratio nel 2018 è aumentato ulteriormente al 13,6%, evidenziando un eccesso di 430 punti base rispetto a quanto richiesto dal regolatore, "nonostante l'impatto negativo di circa 30 punti base derivante dalla riduzione del valore dei titoli di Stato in portafoglio".

I costi operativi sono calati del 3,6% rispetto al 2017 a 9,47 miliardi di euro; le rettifiche di valore nette su crediti sono scese del 27,7% e il costo del rischio a 61 centesimi, rispetto agli 81 dell'intero 2017. In miglioramento anche la qualità del credito, a seguito dell'efficacia della gestione proattiva del credito senza oneri straordinari per gli azionisti. In particolare, la banca ha registrato una riduzione dei crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, di circa 16 miliardi di euro (29 miliardi dal settembre 2015), rispettivamente di circa 5 miliardi e circa 18 miliardi escludendo la cessione dei crediti in sofferenza a Intrum perfezionata nel quarto trimestre.

Lo stock di crediti deteriorati è sceso a dicembre 2018 del 29,9% al lordo delle rettifiche di valore rispetto a dicembre 2017, realizzando nell'intero esercizio già il 61% dell'obiettivo di riduzione previsto nel Piano di Impresa; lo stock è diminuito del 26,4% al netto delle rettifiche, rispetto al dato del 31 dicembre 2017. ricalcolato per tener conto della prima applicazione del principio contabile Ifrs 9 in vigore dal 1 gennaio 2018. L'incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a dicembre 2018 è risultata pari all'8,8% al lordo delle rettifiche di valore e al 4,2% al netto.

"Nel 2018 abbiamo ulteriormente rafforzato il nostro bilancio grazie alla riduzione di 16 miliardi dello stock dei crediti deteriorati lordi. Abbiamo raggiunto questo significativo obiettivo, riportando il valore dello stock ai livelli del 2009, senza alcun costo per i nostri azionisti", ha proseguito Messina. "Possiamo dire di aver conseguito in un anno oltre il 60% dell'obiettivo fissato nei 4 anni del Piano, aumentando al 54,5% il livello delle coperture. Ciò faciliterà l'azione di riduzione dello stock di crediti deteriorati, considerando che, attualmente, il flusso dei nuovi Npl si colloca ai minimi storici", ha spiegato il ceo.

Inoltre a fine dicembre 2018, Intesa Sanpaolo ha registrato attività liquide per 175 miliardi di euro e un'elevata liquidità prontamente disponibile per 89 miliardi. Solo nel quarto trimestre 2018 l'utile netto si è attestato a 1,038 miliardi di euro, rispetto a 833 milioni del terzo trimestre 2018 e agli 1,428 miliardi del quarto trimestre 2017. Il consenso se lo aspettava a 1,011 miliardi. Le commissioni nette sono aumentate dell'1,8% a 1,959 miliardi, i costi operativi sono calati anno su anno del 4,7% a 2,554 miliardi a seguito di una diminuzione del 5,3% per le spese del personale, del 4,7% per le spese amministrative e dello 0,9% per gli ammortamenti. Mentre le rettifiche di valore nette su crediti sono state pari a 698 milioni dai 519 milioni del terzo trimestre 2018 e dagli 1,229 miliardi del quarto trimestre 2017.

Per quest'anno Intesa Sanpaolo si aspetta un risultato netto e ricavi in crescita rispetto al 2018, un calo del costo del rischio e ancora dei costi operativi. E' infatti in corso l'ottimizzazione della rete di filiali in Italia con la chiusura di 462 filiali retail e lo sviluppo della rete distributiva di Banca 5. E' prevista anche la gestione proattiva del portafoglio immobiliare con la riduzione di circa 322 mila metri quadrati in Italia (di cui circa 304 mila derivanti dalla chiusura delle filiali); la riduzione delle entità giuridiche con la fusione nella capogruppo di 5 società controllate già completata e con quella delle rimanenti 7 in corso di realizzazione, di cui 5 già approvate dal cda.

Invece, la crescita dei ricavi passa da nuove opportunità. Nell'assicurazione danni la banca punta al rafforzamento della capacità distributiva e dell'efficacia commerciale nelle filiali della divisione Banca dei Territori, con l'inserimento di circa 220 specialisti della tutela assicurativa e un programma di formazione dedicato (circa 30 mila persone hanno ottenuto l'abilitazione Ivass e circa 9 mila hanno completato percorsi di formazione avanzati).

Nel segmento Private Banking sta lavorando all'integrazione del neo acquisito Gruppo Banque Morval in Intesa Sanpaolo Private Bank Suisse, che ha portato alla fusione delle due entità e alla costituzione di Intesa Sanpaolo Private Bank (Suisse) Morval. Infine, per quanto riguarda l'asset management, la banca ha ricordato lo sviluppo congiunto con la divisione Banca dei Territori della piattaforma di consulenza evoluta "Valore Insieme" per i clienti retail e personal (circa 26 mila contratti, con oltre 9 miliardi di euro di masse gestite). Nel Wealth Management in Cina ha ottenuto la licenza di Tipo 1 dall'Autorità di Vigilanza di Hong Kong per la distribuzione di fondi comuni da parte di Eurizon Capital.

Dopo la pubblicazione dei conti il titolo ha ridotto i guadagni in borsa: ora segna un progresso dello 0,62% a 1,9738 euro. In mattinata ha toccato un massimo intraday a quota 2,025 euro. "I conti 2018 confermano che Intesa Sanpaolo è tra le banche top d'Europa. Il titolo ha ritracciato dai massimi di giornata per un po' di sell on news, visto che erano attesi dati buoni, ma l'azione è decisamente sottovalutata", ha commentato un trader all'agenzia Mf-DowJones. Per Jefferies, che sul titolo ha una raccomandazione hold e un prezzo obiettivo a 2,05 euro, i conti hanno evidenziato un utile netto nel quarto trimestre 2018 del 3% oltre il consenso. In linea con le attese il dividendo. "Rassicurante", a detta del broker, "l'outlook sul 2019".

Orario di pubblicazione: 05/02/2019 13:40
Ultimo aggiornamento: 05/02/2019 13:43


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