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Moody’s conferma il rating dell’Italia e valuta i rischi dell’addio di Barcellona a Madrid

(Bloomberg)

3' di lettura

Moody's ha confermato il rating dell'Italia a Baa2, ribadendo anche l'outlook negativo. Lo ha reso noto in serata l'agenzia in una nota. La valutazione sul nostro Paese è che sia riuscito a evitare una crisi più profonda del sistema bancario e stia vivendo un momento di crescita più forte. Questo non basta a determinare una promozione dell’Italia, dal momento che secondo l’agenzia restano dei rischi, legati alla «considerevole incertezza» sulle priorità del prossimo governo e sul proseguimento nei prossimi anni del risanamento dei conti e delle riforme strutturali.

Riconosciuto lo sforzo per la crescita
«Nonostante i recenti miglioramenti le prospettive di crescita sono probabilmente destinate a rimanere moderate nel medio termine», spiega l'agenzia, che comunque riconosce lo sforzo compiuto dal governo negli ultimi mesi per assicurare una ripresa più forte dopo sei anni di performance molto deboli. Tanto che ora le possibilità di crescere sono maggiori rispetto a quanto l'agenzia di rating stimava in precedenza. Ma non è ancora sufficiente. Moody's sottolinea poi come la gestione da parte del governo della crisi delle banche sia stata efficace, evitando scenari che avrebbero appesantito in maniera significativa anche i conti pubblici.

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Il problema della «considerevole incertezza»
Resta però «una considerevole incertezza» su quelle che saranno le politiche portate avanti dal prossimo governo, la capacità e la volontà di chi governerà dopo le elezioni di continuare ad affrontare in maniera efficace le vulnerabilità del nostro Paese. Dunque, l’incertezza sul proseguimento nei prossimi anni del risanamento dei conti pubblici e delle riforme strutturali ancora necessarie.

Il problema più grande resta sempre quello di un debito pubblico ancora troppo elevato. Del resto - evidenzia ancora Moody's - gli ultimi sondaggi suggeriscono come dalle urne uscirà un risultato molto probabilmente incerto, con un Parlamento «sospeso», con nessun partito che guadagnerà la maggioranza per formare un governo.

Spagna e crisi in Catalogna, le prospettive per il rating
Moody’s oggi si è anche espressa sulle conseguenza di un’eventuale secessione della Catalogna dalla Spagna. «L'indipendenza della Catalogna avrebbe implicazioni sul credito ampiamente negative, per quanto altamente incerte, per una vasta gamma di emittenti in Spagna e nella regione», scrivono gli esperti di Moody's nel rapporto pubblicato oggi in cui sottolineano comunque come la convinzione di fondo dell'agenzia è che la Catalogna rimarrà parte del regno di Spagna e non diventerà uno stato indipendente.

Tuttavia la situazione è «fluida» e un esito del genere non può essere escluso nel lungo termine. Anche in caso di indipendenza della Catalogna, la Spagna - spiegano gli analisti di Moody's - continuerebbe ad avere significativi punti di forza dal punto di vista del profilo di credito e rimarrebbe con ogni probabilità a livello di investimento, quanto meno nel breve termine.

Difficile invece valutare l'impatto di una eventuale indipendenza sul rating della Catalogna. Moody's valuta la Catalogna a Ba3 ma la valutazione della regione come emittente stand-alone, quindi senza il supporto straordinario del governo centrale, è più bassa, Caa1.

Fitch scommette su uno scenario stabile
Per un’altra agenzia di rating, Fitch, «un prolungamento o di un significativo deterioramento nella situazione politica creerebbe rischi per le banche spagnole». Tutte le cinque principali banche iberiche hanno infatti una significativa presenza in Catalogna, con il Bbva che ha la quota di mercato maggiore. Anche per Fitch lo scenario più probabile è quello di una permanenza di Barcellona all'interno della Spagna.

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