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Effetto Buffett su Cattolica (+17%), la Borsa punta alla trasformazione in spa

di Marigia Mangano

(AP)

3' di lettura

Effetto Buffett su Cattolica Assicurazioni. Le azioni della compagnia, dopo non essere riuscite a fare prezzo in apertura, sono entrate in contrattazione con un balzo di oltre il 20% e a due ore dall'avvio di seduta stanno salendo del 16% a 8,54 euro. Il balzo arriva dopo che alla vigilia è stato comunicato l’ingresso della Berkshire Hathaway di Warren Buffett con il 9% nel capitale della società, quanto basta per farne il primo azionista della compagnia con un investimento di 115,8 milioni.

Nel dettaglio, la Popolare di Vicenza ha comunicato la cessione di 15,7 milioni di azioni del gruppo assicurativo alla Berkshire Hathaway. Si tratta dell’ultima tranche di valorizzazione del complessivo pacchetto che l’istituto deteneva nella società delle polizze. La primavera scorsa, infatti, Popolare Vicenza aveva ceduto un primo 6% attraverso un’operazione di accelerated book building. In quell’occasione una parte del pacchetto, il 3,437% era andata alla Fondazione Cariverona e un’altra fetta alla Fondazione Monte di Lombardia. L’ultima «valorizzazione», invece, non ha visto protagonista il mercato e l’unico interlocutore è stato il gruppo americano. La transazione sarà eseguita oggi a 7,35 euro ad azione.

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La strategia dell'Oracolo di Omaha

La mossa di Buffett, evidentemente, ha acceso i riflettori sul gruppo Cattolica. Intanto perché L’Oracolo di Omaha è soprannominato così per aver rispettato nel tempo la regola di «non perdere mai denaro». Il gruppo Usa, dunque, ha visto in Cattolica un titolo con potenzialità di crescita.
In secondo luogo perché, pur ipotizzando, come generalmente è sempre stato nello stile di Buffett, che la quota in Cattolica sia un investimento di lungo periodo e una partecipazione stabile, resta comunque il dubbio che ci possano essere mire in consiglio o comunque, dopo un investimento di tale entità, la volontà di avere voce in capitolo sulla gestione. Certo, non è nella politica della conglomerata incidere sulla governance delle partecipate, tanto più se la quota non è di controllo. Eppure, ci si chiede, potrebbe questa mossa accelerare la trasformazione in spa di Cattolica?

Allo stato attuale se gli americani avessero intenzioni diverse dalla loro tradizione, e cioè se volessero contare in Cattolica, si scontrerebbero con le peculiarità dell’assetto della società guidata da Alberto Minali: è una società cooperativa che per statuto prevede ancora il voto capitario. Le azioni, per quanto numerose, in assemblea valgono comunque sempre uno e l’accesso all’assise e alla lista dei soci non è immediato. Elementi che, sulla carta, rendono difficoltosa una futura valorizzazione della partecipazione, salvo non cambino le regole. Cosa sulla quale il mercato e alcuni azionisti ragionano in realtà da tempo ma che, al momento, non avrebbe trovato sponda ai massimi livelli.
In proposito gli analisti di Equita osservano che tenuto conto dell`ottica di lungo periodo con cui l`assicurazione Usa gestisce i propri investimenti il deal è molto positivo perchè rimuove il potenziale overhang su Cattolica e crea anche un certo appeal speculativo, anche se dubitiamo che Cattolica pensi alla trasformazione in Spa. Detto ciò Cattolica resta una eccezione a Piazza Affari, trattandosi, assieme alla Popolare di Sondrio, dell'ultima cooperativa rimasta quotata. Da qui l’impressione sui mercati finanziari che la mossa di Buffet possa essere il primo passo verso quella messa in discussione del voto capitario su cui da tempo si ragiona.

Minali ha dichiarato ieri di aver «appreso con enorme soddisfazione» la notizia e ha interpretato l’ingresso di Buffett come «un grande atto di fiducia nei confronti della compagnia e del suo management e una straordinaria occasione per Cattolica, viste le opportunità che questa presenza così prestigiosa nel suo capitale può aprire».

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