ELEZIONI REGIONALI

Sicilia «immune» alla legge Severino sui requisiti dei candidati

di Nino Amadore

(Fotogramma)

2' di lettura

Il caos c’è stato. Anche se è durato poco. Ed è scoppiato all’apertura delle operazioni per la presentazione delle liste in vista delle elezioni regionali che si terranno il 5 novembre per l’elezione del presidente e del Parlamento regionale siciliano: il termine scade oggi alle 16. Se ne parlava già da giorni ma è emerso ieri mattina, sollevato da Massimo Costa, leader del movimento Siciliani liberi che ha un proprio candidato alla presidenza della Regione (Roberto La Rosa): nei moduli predisposti dall'ufficio elettorale regionale, nella parte che riguarda l'incandidabilità, non viene citata la legge Severino del 2012, ma una norma del 1990 (articolo 15, comma 1), abrogata dal provvedimento che porta il nome dell'ex ministro e che prevede si applichi anche alle regioni a statuto speciale. Cosa avvenuta, insiste Costa, alle elezioni amministrative .

In questo caso invece nella norma citata nella modulistica, non sono previsti come causa di incandidabilità alcuni reati che invece sono contemplati nella legge Severino, che è più restrittiva . Non è una questione di poco conto: il timore era che la “svista” potesse comportare problemi ad alcuni candidati, avvantaggiandone altri. Un timore che non è completamente svanito nonostante le rassicurazioni dell’ufficio elettorale e nonostante l’atteggiamento degli uffici dei Tribunali. Dall’ufficio elettorale della Regione siciliana hanno fatto sapere che pur non facendo riferimento nei moduli alla legge Severino, «non significa che le norme nazionali non si applichino in Sicilia. I moduli di accettazione dei candidati sono conformi alla legge regionale 29 del '51, noi siamo in Sicilia e dunque applichiamo la nostra norma. I moduli sono quelli e non si toccano».

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Ma c’è chi obietta che, vista la previsione esplicita della legge Severino, poteva esserci il cosiddetto recepimento dinamico della norma nazionale. Il che significa l’applicazione in Sicilia (che in materia di Enti locali ha competenza esclusiva e dunque anche in tema di legge elettorale regionale) senza passare dall’Ars.

Dalla Regione sono stati netti: «I moduli non si presentano alla Regione ma nei Tribunali, saranno loro a decidere». E i Tribunali hanno scelto la via accomodante. A Palermo, per esempio non sono state chieste integrazioni in relazione alla legge Severino. C’è chi ha comunque presentato il documento richiesto dalla legge nazionale. Come le liste che sostengono Claudio Fava che commenta: «Forti di esperienze passate, abbiamo fatto tutto quello che prevedeva la legge e per tempo e abbiamo superato quello che chiedeva la Regione. Ci auguriamo che tutto questo non renda inutile l’indizione dei comizi elettorali».

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