l’autore di «quel che resta del giorno»

Kazuo Ishiguro vince il Premio Nobel per la Letteratura 2017. «Mix di Austen, Kafka e un po’ di Proust»

di Lara Ricci

(AFP)

3' di lettura

È lo scrittore britannico di origine giapponese Kazuo Ishiguro il vincitore del premio Nobel per la letteratura 2017 “per aver mostrato, in romanzi dal grande impatto emotivo, l'abisso che nasconde il nostro illusorio senso di essere parte del mondo”. Nato l'8 novembre del 1954 a Nagasaki e trasferitosi in Gran Bretagna con la famiglia quando aveva 5 anni, Ishiguro si è laureato in Inglese e in Filosofia all'università del Kent e poi ha studiato scrittura creativa alla University of East Anglia. Nel suo Paese natale è tornato solo da adulto e scrive in inglese. I suoi primi due romanzi Un pallido orizzonte di colline (1982), Un artista del mondo fluttuante (1986), sono ambientati a Nagasaki pochi anni dopo la seconda guerra mondiale e già vi si ritrovano i temi che più lo contraddistinguono: la memoria, il tempo e l’autoinganno.

Temi dominanti nel romanzo che lo ha reso più famoso, Quel che resta del giorno, che racconta la prima settimana di libertà del maggiordomo Stevens, quando ripensa la propria vita al servizio di un lord filonazista e ultraconservatore, una vita fatta di assoluta dedizione al lavoro e rispetto della tradizione, rendendosi conto di non essere mai riuscito ad essere se stesso. Dal romanzo, con cui vinse il Booker prize nel 1993, James Ivory ha tratto il famoso e omonimo film con Anthony Hopkins e Emma Thompson.

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Di coscienza di sé e di ricordi parla anche Non lasciarmi, storia di un'amicizia e di un amore nati in un misterioso collegio inglese, Hailsham, in cui si addestrano bambini che crescono del tutto ignari delle cose del mondo esterno e che si scopriranno essere destinati a diventare pezzi di ricambio. Un romanzo che pare «un apologo sulla condizione umana. Su ciò che noi siamo prima di esercitare qualsiasi volontà. Hailsham è un collegio modello pensato e realizzato da uomini e donne di buona volontà per sviluppare la creatività di esseri inferiori che non hanno piena coscienza di sé.

Ed è significativo che non ci si chieda mai di chi sia la colpa o chi abbia congegnato un mondo siffatto, bensì che cosa possa dare senso e speranza a quei fagotti di carne che sembrano ma che nessuno crede che siano uomini. Del resto, le parole di Miss Lucy «dovete sapere chi siete e che cosa vi aspetta» sono le stesse che da sempre si rivolgono agli esseri che hanno il senso della propria dignità di uomini» (si veda Luigi Sampietro sulla Domenica del 26 febbraio 2006).

La scrittura di Ishiguro, sempre molto trattenuta, a partire da Non lasciarmi ha affrontato anche temi fantascientifici e vi si trovano spesso influenze musicali, come nella raccolta di racconti Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo (2009) dove la musica ha un ruolo essenziale nel tratteggiare le relazioni dei personaggi. Nel suo ultimo romanzo, Il gigante sepolto (2015), un'anziana coppia parte per un viaggio attraverso un paesaggio inglese arcaico nella speranza di ritrovare il figlio che non vedono da anni, un'avventura nel paese dei britanni e dei sassoni dove regna ormai da tempo la pace imposta da re Artù. Nella nebbia sottile che confonde e cancella i ricordi incontrano creature fantastiche, assistono a prodigi e sfuggono a pericoli mortali, mentre l'autore riflette su rapporto tra memoria e oblio, tra storia e presente, e tra fantasia e realtà. Altre sue opere tradotte in italiano (tutti i suoi libri sono editi da Einaudi) sono Gli inconsolabili (1995) e Quando eravamo orfani (2000) un romanzo ambientato nella Shangai alle porte della grande guerra che narra di un detective indaga sulla sorte dei suoi genitori rapiti. Oltre alle sue otto opere di narrativa, Ishiguro ha scritto anche sceneggiature cinematografiche e televisive. «Quella del Nobel è una notizia fantastica e del tutto inattesa - ha commentato l’autore nippo-britannico - Arriva in un momento in cui il mondo non ha certezze riguardo ai suoi valori, ai suoi leader e alla sua sicurezza. Spero che il mio ricevere questo enorme onore, possa, anche minimamente, incoraggiare chi crede nel bene e nella pace».

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