Lemonsoda e Oransoda passano a Ceres
di Simone Filippetti
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Per Campari è l’ennesima cessione: dopo aver scalato il mega marchio Grand Marnier, la più grande acquisizione di sempre per la casa italiana, la strategia di Bob Kunze Concewitz, il manager che da 10 anni guida la multinazionale della famiglia Garavoglia, è quella di focalizzarsi sulla fascia più alta del mercato e razionalizzare il portafoglio prodotti, disboscando marchi per fare cassa (e ripagare il debito accumulato: 1,2 miliardi di euro). Per vendere la Lemonsoda era stata incaricata la banca d’affari
Al di là della notorietà dei nomi, però, il dato industriale è che tutte quelle vendute sono attività che erano marginali per Campari. Lemonsoda, per esempio, pesava appena per il 2% del fatturato, con i suoi 33 milioni di ricavi. D’altro canto il Grand Marnier (che finora ha portato 58 milioni di ricavi e 15 milioni di marginalità aggiuntiva) è stato un boccone molto grosso da digerire e ha segnato uno spartiacque: fine delle acquisizioni, andate avanti per quasi 15 anni, e riposizionamento dell’azienda: focus su alcolici di fascia altissima, marchi internazionali (come l’unica acquisizione fatta nell’ultimo anno, il gin Bullfrog) o regionali, ma solo se molti forti o in fasce di mercato strategiche (per esempio il Crodino che pur essendo analcolico e dentro la «galassia Lemonsoda» è stato mantenuto perchè complementare con l’aperitivo). Al momento la priorità è su brand globali, come Aperol e Campari, e alcuni locali molto forti: Averna, Braulio e Cynar.
Dagli uffici di Genova, la Royal Unibrew parte invece all’assalto del mercato italiano, con la regia della Vitale & Co. la boutique finanziaria che ha orchestrato l’operazione: conosciuta in Italia per la birra Ceres, in realtà la multinazionale danese è un colosso da 1 miliardo di capitalizzazione e un portafoglio molto vario di bevande, alcoliche e analcoliche; ma per lo più nel Nord Europa. Grazie alla Lemonsoda, che si porta dietro anche Oransoda (nome altrettanto celebre), l’acqua minerale Lisiel e Crodo, il gruppo straniero punta ad avere un maggior peso nei supermercati e nei consumi delle famiglie nel Sud Europa.