rifugiato politico in brasile

Ex terrorista Cesare Battisti arrestato mentre cercava di fuggire in Bolivia

di Andrea Gagliardi

(ANSA)

3' di lettura

L’ex terrorista Cesare Battisti è stato arrestato nella città di Corumbà, alla frontiera tra Brasile e Bolivia. Secondo la versione online del quotidiano O Globo, le autorità brasiliane sarebbero convinte che l’ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac) stesse cercando di fuggire in Bolivia. L’uomo sarebbe stato fermato dalla polizia stradale federale. Condannato all’ergastolo in Italia in contumacia in via definitiva per quattro omicidi commessi durante gli anni di piombo, Battisti (riparato in Brasile nel 2010) ha ottenuto lo status di rifugiato politico in Brasile dall’ex presidente della Repubblica, Luiz Inacio Lula da Silva.

La richiesta dell’Italia di revisione dell’asilo politico
Sempre secondo il quotidiano carioca 'O Globo', il governo del premier Paolo Gentiloni avrebbe chiesto “in via confidenziale” a quello di Michel Temer
di rivedere lo status di rifugiato politico in Brasile ottenuto nel 2010, durante il governo Lula. L’istanza - sottolinea il giornale - sarebbe già stata sottoposta a una “prima analisi tecnica”, ma avrebbe intanto ottenuto il consenso di due ministri di Temer: quello della Giustizia, Torquato Jardim, e quello degli Esteri, Aloysio Nunes Ferreira. Per quest’ultimo, in particolare, un eventuale via
libera all'estradizione di Battisti sarebbe un gesto «importante dal punto di vista diplomatico».

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Il precedente della Corte Suprema
Sotto il profilo giuridico, l’esecutivo verdeoro avrebbe già trovato riscontro in una deliberazione della Corte suprema risalente al 1969. In base a questo parere dei giudici supremi, «la pubblica amministrazione può annullare i propri atti», in presenza di un vizio, oppure revocarli «per ragioni di convenienza o di
opportunità». Seguendo questo ragionamento - osservano i media - la decisione di Lula potrebbe essere rivista da Temer. Ma l’attuale capo di Stato brasiliano per il momento preferirebbe evitare il tema Battisti, sostiene O Globo.

La vicenda giudiziaria
Battisti, 62 anni, è stato condannato in via definitiva in Italia all’ergastolo. Sentenza confermata dalla Cassazione nel 1991. La condanna è per vari reati, tra i quali quattro omicidi: oltre a quello del gioielliere Pierluigi Torreggiani e del
macellaio Lino Sabbadin (militante del Msi), avvenuti entrambi il 16 febbraio 1979, a Milano e Mestre, del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978, e dell’agente della Digos Andrea Campagna, assassinato a Milano il 19 aprile 1978. Nel frattempo Battisti fugge in Messico, a Puerto Escondido, dove fonda il giornale 'Via Libre', che trasferirà a Parigi nel 1990. Giunto Oltralpe, Battisti viene arrestato ma, cinque mesi dopo, la Francia nega l’estradizione e lui torna in libertà.

Nel 1997 è uno degli 'esuli' dei movimenti politici dell'estrema sinistra italiana rifugiati in Francia, riuniti nell'associazione 'XXI secolo', che chiedono all'allora presidente Oscar Luigi Scalfaro una soluzione politica «di indulto o di amnistia» dei reati loro addebitati. Inizia a scrivere, diventando un giallista. Fugge in Brasile nel 2004, poco prima del pronunciamento definitivo del Consiglio di Stato francese che l’avrebbe estradato in Italia da Parigi. Nel 2007 viene arrestato a Rio de Janeiro e la sua vicenda passa alle mani del Brasile. Due anni dopo il governo del presidente Lula gli concede lo status di rifugiato politico, per «timore di persecuzioni». Lo stesso Lula, il 31 dicembre 2010, rifiuta la richiesta di estradizione presentata dall'Italia. Il 9 giugno 2011, il Supremo Tribunal Federal decreta l’immediata scarcerazione dell'ex terrorista. Battisti vola a San Paolo, che ha scelto come nuova casa, dove continuerà a scrivere. Nel marzo 2015 la giudice federale Adverci Rates Mendes de Abreu aveva adottato nei suoi confronti un procedimento di espulsione. Arrestato dalla polizia, era stato liberato però sette ore dopo la sua detenzione


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