colpo al clan rinzivillo

Mafia, l'asse degli affari siculo-tedeschi alimentato dal narcotraffico

di Roberto Galullo

Un fermo immagine tratto da un video di carabinieri mostra un momento della maxi operazione contro il clan mafioso Rinzivillo in Italia e Germania, 4 ottobre 2017. ANSA/ Ufficio Stampa

2' di lettura

Tra Gela e Berlino ci sono 2.372 chilometri e, ammesso che lo Stretto e la Salerno-Reggio Calabria lo permettano, 25 ore di viaggio in macchina. Può questa distanza tra la Sicilia e la capitale della Germania scoraggiare clan di Cosa nostra che non conoscono confini per i propri affari?

No che non può e l'indagine odierna contro il clan Rinzivillo di Gela, da sempre antagonista degli Emmanuello, lo dimostra, visto che l'operazione ha condotto lassù, fino in Germania, dove Cosa nostra è presente fin dagli anni Ottanta a partire da edilizia e commercio.

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Poco prima dell'estate, per l'esattezza il 21 giugno, a Villingen-Schwenningen sono stati arrestati 19 presunti trafficanti e sequestrati beni e denaro per quattro milioni. Secondo gli inquirenti tedeschi, il gruppo di trafficanti lavorava in Germania al soldo di una famiglia di Palermo e sotto la guida di un imprenditore di origini italiane nato in Germania, proprietario di due ristoranti nello stato del Baden-Wurttemberg. Il gruppo avrebbe organizzato il trasferimento di tonnellate di marijuana dall'Albania alla Germania per riciclare i proventi di questo traffico in slot machine che bar e locali erano costretti a installare e forse anche per acquistare armi nei Balcani.

Il motore di tutto è quasi sempre il traffico di droga che genera utili stratosferici da reinvestire nell'economia illegale inquinando quella legale. E possono Cosa nostra o la stidda gelese fare tutto da soli?
No che non possono e debbono necessariamente appoggiarsi alla 'ndrangheta che in Germania è sempre più forte e sta comiciando - facendosi beffe del letargo della politica e della pubblica opinione sul fronte antimafia - a penetrare la cosiddetta zona grigia (che in realtà come dice il capo della Procura di Catanzaro Nicola Gratteri è nera), popolata di professionisti anche (soprattutto) nel campo della finanza.

I Rinzivillo sono particolarmente predisposti alla collaborazione con le cosche di 'ndrangheta e alla internazionalizzazione degli affari e propensi a dissimulare le tracce dei soldi. Nel giugno 2011, ad esempio, l'operazione Tetragona della Procura di Caltanissetta svelò che almeno una banca di San Marino fosse un punto fisso per gli affari e i soldi di Cosa nostra gelese. A insospettire investigatori e inquirenti fu una telefonata intercettata a settembre 2009.

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