instabilità cronica

Il Brasile in «ripresina», stritolato da una crisi politica senza fine

di Roberto Da Rin

(REUTERS)

2' di lettura

Un'economia in ripresina e una crisi politica sempre più grave.
Segnali confortanti in termini di crescita del Pil (+0,7% nel 2017, dopo due anni di recessione) e consumi privati in aumento, contestualizzati in un'instabilità politica ormai cronica. È questo il Brasile degli ultimi mesi.

La vendita di autoveicoli nuovi è aumentata in settembre del 24,5% rispetto allo stesso mese del 2016. Un balzo record. Lo ha comunicato la Federazione delle associazioni di marca delle concessionarie (Fenabrave). In base ai dati, a settembre sono state vendute 199.227 unità contro le 159.953 dell'anno scorso.

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Pochi giorni fa si è conclusa la privatizzazione di quattro centrali elettriche appartenenti alla compagnia statale Cemig e per la concessione di 37 aree per l'estrazione di petrolio e gas sul territorio brasiliano. Con queste operazioni, il governo raccoglierà circa 15,9 miliardi di reais (12,1 dalla vendita delle centrali e 3,8 dalle concessioni), ovvero 4,3 miliardi di euro. Una delle centrali (l'idroelettrica Volta Grande, nello stato di Minas Gerais, con capacità di 380Mw) è stata acquistata da Enel per 1,4 miliardi di reais (9,84% in più rispetto alla base d'asta), circa 400 milioni di euro. Una operazione che ha portato nelle casse dell'erario più del previsto.

Intanto il presidente Michel Temer vive settimane difficili; non è affatto escluso un processo a suo carico per impeachment, proprio come avvenne con l'ex presidente, Dilma Rousseff, da lui scalzata.
Lo scollamento tra politica ed elettorato è sempre più evidente. Gli intervistati interpellati da Datafolha si sono espressi così su Temer : l'89% si è detto d'accordo sul via libera della Camera dei deputati a un processo nei suoi confronti. Temer è accusato dalla procura generale di associazione a delinquere e ostruzione delle indagini.

E il 54% dei brasiliani è a favore dell'arresto dell'ex presidente della Repubblica, Luiz Inacio Lula da Silva, condannato in primo grado a nove anni e mezzo per corruzione. Nel 2018 sono in programma elezioni presidenziali, ma per ora non vi sono candidati capaci di coaugulare grandi masse di elettori.

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