CANTIERISTICA

«Per la nautica bisogna tornare ai tavoli tecnici»

di R.N.

2' di lettura

«Il compito non è stato svolto fino in fondo». Così UCINA Confindustria Nautica in audizione al Senato sulla Riforma del codice di settore. «Al Parlamento chiediamo che spinga il Governo a utilizzare tutte le opportunità della Legge delega», ha spiegato il Vice Presidente Maurizio Balducci. «Non Abbiamo bisogno di un temino, ma di una tesi con lode per sostenere la ripartenza del settore – gli ha fatto eco il responsabile Rapporti istituzionali, Roberto Neglia – e basta recuperare le soluzioni individuate ai tavoli tecnici, che hanno lavorato per tutto il 2016 e che si sono chiusi a dicembre dello scorso anno». Innanzitutto recuperare il riferimento al doppio iter tra gli attuali pubblici registri e l'istituendo Archivio telematico delle unità da diporto (con lo Sportello telematico del diportista). Quindi riportare nel testo tutte le semplificazioni inerenti le unità commerciali, incluse quelle iscritte nel Registro internazionale, e le attività commerciali, che devono includere nuove figure come l'assistenza all'ormeggio nei porti. E tutte le soluzioni già studiate e validate dal MIT per l'iscrizione delle unità e il regime amministrativo, quelle per i cantieri, a cominciare dalla “targa prova” e dal suo regime di impiego. Va anche ripristinato l'adeguamento alla Direttiva 2013/53/UE, per rendere effettiva la tutela della corretta immissione dei prodotti sul mercato a tutela delle aziende serie e dei consumatori.
Venendo agli operatori, nella bozza il nuovo titolo professionale nazionale era una figura snella, che invece nel testo finale è andata assomigliando al titolo internazionale STCW. Per le scuole nautiche e i centri di formazione deve essere reinserita la tutela contro le prestazioni abusive. Bene l'introduzione della nuova fattispecie di “assistenza e traino” per imbarcazioni e natanti, ma va liberata dai lacciuoli burocratici. La norma sul ricovero a secco di natanti deve ritrovare l'incisività del testo inziale e, soprattutto, la riserva dei posti in transito non può essere rigidamente imposta in maniera uniforme in tutta Italia, senza valutare i flussi, e ai soli concessionari privati, mentre un'analoga disposizione non viene prevista per i porti pubblici. Nel Codice devono ritrovare spazio tutte le semplificazioni già discusse e vagliate sulla in materia di sicurezza. UCINA Confindustria Nautica, insieme ad ASSILEA, ASSOMARINAS, ASSONAT e CONFARCA, aveva richiesto al Ministro Delrio il ripristino di queste disposizioni di semplificazione burocratica e amministrativa. Al Parlamento, e in particolare al Senato, che in questa legislatura si è distinto per gli interventi di rilancio e supporto al settore, ora UCINA chiede di fare suo tutto il lavoro scaturito dai Tavoli tecnici presso la direzione del trasporto marittimo.

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