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Sky, i sindacati minacciano azioni legali contro i licenziamenti

di Andrea Biondi

4' di lettura

I sindacati sembrano voler tentare il tutto per tutto nella vicenda Sky. E lo faranno con iniziative sindacali «a partire dalla sede di Roma, mobilitazione che porterà ad un sciopero nazionale», ma anche agendo «legalmente nei confronti di Sky Italia perché, come Sindacato, riteniamo che le modalità utilizzate per procedere al licenziamento collettivo non rispondano a quanto stabilito dalla legge a tutela dei lavoratori; ovviamente come Slc Cgil, Uilcom Uil e Ugl Tlc assisteremo anche individualmente i lavoratori che ce lo chiederanno».

È quanto si legge in una nota inviata da Slc Cgil, Uilcom e Ugl Telecomunicazioni per protestare contro l’invio delle lettere di licenziamento per un numero di lavoratori che, incrociando informazioni sindacali e dell’azienda, dovrebbero essere sulla sessantina.

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Le lettere di licenziamento. Un epilogo, questo delle lettere di licenziamento per il personale non giornalistico, che è frutto del mandato accordo (sancito a inizio agosto) fra azienda e sindacati attorno al destino di 102 dipendenti oggetto di una procedura di licenziamento collettivo avviata il 16 maggio scorso. Di questi una quarantina nel frattempo avrebbero trovato una soluzione condivisa con l’azienda. Per altri 60 sono invece partite le procedure di licenziamento.

Le tappe della vicenda. Tutto parte con l’annuncio il 17 gennaio scorso di una fase di riorganizzazione che avrà come diretta conseguenza, fra le varie cose, lo spostamento della sede del Tg da Roma a Milano. Il 6 aprile è stato raggiunto l’accordo con i giornalisti. E alla fine per 469 lavoratori su 571 impattati del piano (l'82%) si è trovata soluzione. Per il resto è partita la procedura sulla quale poi si è consumata la rottura.

La valutazione di Sky. Ma i risultati, a questo punto, vengono valutati in maniera diametralmente opposta fra azienda e sindacati. Per la prima il fatto che il numero degli esuberi si sia ridotto a 60 è il segnale di una procedura che è arrivata a sfociare in soluzioni condivise per il 90% del totale. E infatti dall’azienda fanno sapere che « Sky ha già da tempo chiuso un accordo sindacale che tutela tutti i giornalisti (114 persone) . Nel complesso ha trovato soluzioni per circa il 90% delle posizioni individuali su un totale di 571 persone coinvolte dal piano di riorganizzazione aziendale questo a dimostrazione dell'impegno di Sky per minimizzare gli impatti di questa necessaria riorganizzazione».

Pollice verso dai sindacati. Differente la visione delle organizzazioni sindacali. La lettera inviata ai lavoratori dell’azienda è in tal senso molto dura. «Purtroppo, come sempre più spesso accade, ci siamo trovati ad una presa d’atto anche da parte delle istituzioni davanti al principio imperante ed a nostro avviso distorto della cosiddetta “libertà di impresa”». E ancora: «Le OO.SS. nei 75 giorni di trattativa, definiti dalla procedura di licenziamento collettivo , hanno insistito con tutte le istituzioni per una ferma presa di posizione contro un'azienda che, nonostante gli utili straordinari e la solidità Industriale e commerciale, pretendeva di liberarsi di lavoratori che da anni contribuivano alla sua crescita, oltretutto impoverendo ancora una volta il territorio romano di occupazione, professionalità e competenze». Va detto che da questa dichiarazione si è sfilata la Fistel Cisl, che non ha firmato la lettera inviata ai lavoratori.

Le iniziative dei sindacati. Le organizzazioni spiegano che i legali sono in campo per verificare la possibilità di opposizione legale. Alla base c’è la pronuncia del Tribunale di Roma che a fine agosto ha accolto il ricorso presentato dall’Ugl Telecomunicazioni nei confronti di Sky Italia per condotta antisindacale (art. 28 Legge 300/70), dopo la mancata attuazione della procedura di trasferimento collettivo come previsto dall'art. 57 del Ccnl Federazione radio tv. Le valutazioni dei legali dei sindacati però sono ancora in corso e quindi non è da dare per scontato il ricorso legale dei sindacati contro Sky. A quanto si apprende, su questo versante in azienda non ci sarebbe alcun timore rispetto a un’azione del genere, visto che dopo la pronuncia del Tribunale di Roma sono stati espletati alcuni passaggi che, sempre secondo valutazioni fatte da parte aziendale, porterebbero a vanificare il ricorso

La solidarietà dei Cdr. Al personale non giornalistico raggiunto dalle lettere di licenziamento è arrivata la solidarietà dei comitati di redazione di Sky Tg24 e di Sky Sport. «I due Cdr - scrivono in una nota - esprimono la propria solidarietà ai colleghi tecnici che, dopo 14 anni di onesto lavoro, si sono visti recapitare questa lettera». I Cdr «esprimono perplessità nei confronti di questa azione da parte dell'azienda per i modi e per i tempi, visto che siamo a pochi giorni dal trasferimento a Milano di centinaia di altri colleghi e dal go live dagli studi di Santa Giulia. Ricordiamo infine che questi colleghi sono i primi licenziati di Sky».

Raggi scrive a Gentiloni. La sindaca di Roma Virginia Raggi, a quanto si apprende, ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e al ministro Carlo Calenda proprio in merito alla vertenza Sky. La sindaca avrebbe espresso «la preoccupazione dell’amministrazione capitolina per la sorte di tutti i lavoratori» per rivolgere poi un «appello al Governo affinché svolga un ruolo di mediazione, per evitare la perdita di professionalità e posti di lavoro nella Capitale. I nostri concittadini avrebbero di fronte a loro solo lo spettro della disoccupazione». Nella stessa missiva la prima cittadina avrebbe posto l'attenzione anche sulle vertenze «di Alitalia, di Mediaset, di Esso, di Almaviva, di Ericsson, di Aci Informatica».

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