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tecnologia

Apple, Facebook o Google? Ecco chi spende di più per le attività di lobbying

Chi spende di più per le attività di lobbismo nell’Ue? Esiste un equilibrio fra le attività a favore delle imprese e del pubblico? I lobbisti spendono di più o di meno rispetto all’anno scorso? L’Unione europea ha promosso una serie di servizi per tenere traccia dell’attività di lobby. LobbyFacts.eu, per esempio, fornisce gli strumenti necessari per cercare, organizzare, confrontare e analizzare i dati ufficiali dell’UE sulle attività di lobbismo, sia attuali che passate, e individuare i lobbisti e la loro influenza a livello dell’Ue.
Può essere utile per creare la cronologia delle attività di una specifica organizzazione o per scoprire chi ha tenuto più riunioni con alti funzionari della Commissione.
Per esempio, interrogando il database di Lobby Facts – al link trovate dove prendono i dati e chi sono – scopriamo che Facebook ha costi superiori al milione di euro all’anno, all’incirca quanto Apple, Google invece nell’anno fiscale 2015 superava i 4 milioni di euro mentre Amazon nel 2016 (anno fiscale) raggiunge i 2 milioni. Come possiamo sapere di più dell’attività di lobbying?

Dal 2008 esiste il registro per la trasparenza dell’Unione, l’iscrizione è volontaria e non obbligatoria. Non esiste un organo di controllo sulle informazioni inserite.  Alter-Eu e Transparency International, sono associazioni che vorrebbero migliorare e rendere più forte questo strumento di controllo dell’attività politica europea.

Se consultiamo le organizzazioni regolari iscritte nel Registro per la Trasparenza dell’Unione Europea scopriamo che in Europa (dati aggiornati a settembre 2017) sono poco men o di 12mila le lobby esistenti. Si distinguono in base al tipo di accredito: (in rosso) se hanno un accredito per entrare al Parlamento europeo e (in verde) chi invece ha un ufficio che permette loro di accedere sia alla Commissione che al parlamento. Nel 2016 le lobby hanno investito oltre un miliardo e mezzo di euro in questo tipi di attività. Al primo posto la European Chemical Industry Council, la quale nel 2016 ha investito oltre 12 milioni di euro per sostenere e far approvare i progetti delle Industrie Chimiche.

 

 

Cosa fanno le lobby? Sostanzialmente difendono gli interessi delle grandi aziende, delle associazioni di categoria e diversi altri gruppi. La loro missione è quella di porre in essere delle attività per influenzare a proprio favore correggendo o modificando processi decisionali e legislativi che vanno a impattare anche le istituzioni da loro rappresentate. In altre parole, monitorano quello che l’Ue decide e intervengono per aiutarli a scegliere per il meglio (delle loro organizzazioni). Questo processo avviene con regole del gioco trasparenti. Nell’Unione europea chi è iscritto al Registro della Trasparenza è chiamato a rispettare dei codici di condotta. Questo riguarda sia i commissari, sia i parlamentari che i dipendenti dei due organi. .

Altri strumenti per monitorare l’operato delle lobby. Qui trovate come Integrity Watch tiene traccia delle lobby. Questa piattaforma permette di analizzare e navigare i dati presente nel registro sulla trasparenza. In particolare si possono anche visualizzare gli incontri della commissione europea. In questo modo si riesce a misurare come si stanno muovendo le organizzazioni nelle istituzioni europee. In particolare, si può accedere a due dati: il numero di permessi per entrare nel Parlamento europeo e quindi la frequentazione dell’europarlamento e il numero di incontri con i membri dell’organo esecutivo dell’Ue cioè la Commissione europea.

Cliccare l’immagine per accedere al data base.