TRasporto aereo

American Airlines, tariffe low cost anche in Europa

dalla nostra inviata Mara Monti

Ap

3' di lettura

DALLAS - Non solo le compagnie low cost. Ora anche i colossi americani studiano le tariffe scontate sul lungo raggio per le destinazioni europee con l'obiettivo di battere la concorrenza di vettori come Air Europa, Norwegian Air e Wow Air sui voli verso gli Stati Uniti. American Airlines da inizio anno ha introdotto la basic economy su tutto il network domestico – il bagaglio, la scelta del posto e il pasto a pagamento - e ora non esclude di utilizzare la stessa formula anche in Europa, come ha confermato Don Casey, senior vice president nel corso della prima conferenza stampa internazionale dopo la fusione con Us Air: «La creazione di nuove opportunità di vendita potrà funzionare su più mercati e non solo sul network domestico».

Prima di decidere se lanciarla già il prossimo anno, il vettore vuole accertarsi di non cannibalizzare la neonata Level, la compagnia low cost a lungo raggio lanciata la scorsa estate dai partner British Airways, Iberia, Vueling e Finnair. Al momento collega solo Madrid e Barcellona a Oakland, Punta Cana e Buenos Aires, ma è pronta a introdurre voli aggiuntivi appena saranno consegnati i nuovi aerei. Inoltre, sta decidendo sulla nuova base in Europa, tra Parigi e Roma, da affiancare a quella di Barcellona. Di fronte a questo scenario, American Airlines si è mostrata cauta nell'introdurre anche in Europa la tariffa basic economy: «Lo decideremo insieme ai nostri alleati europei», ha precisato Kurt Stache senior vice president marketing and sales, parlando con il Sole 24 Ore.
La strada comunque è segnata dal momento che le ancillary revenues rappresentano una fonte sempre più importate di entrate anche per le leading carriers, non solo per i vettori low cost. Lo scorso anno le compagnie americane hanno incassato da queste voci 4,2 miliardi di dollari di cui un quarto American Airlines. L'introduzione di diverse classi di biglietto, dalla basic economy alla premium economy, è la nuova strategia di segmentazione del prodotto che American Airlines intende perseguire prevedendo di realizzare nei prossimi tre anni almeno un miliardi di dollari di fatturato. Robert Isom, presidente di American Airlines ha detto che da quando è stata introdotta “la metà dei passeggeri ha acquistato il biglietto con la basic economy”.
Per aumentare la redditività, la compagnia intende anche aggiungere posti a bordo degli aerei, ad esempio gli Airbus A321 saranno configurati con 190 posti dagli attuali 181, con una inevitabile riduzione dello spazio tra un sedile e l'altro.
Tutte queste strategie rispondono alla pressione degli azionisti e investitori sui risultati finanziari della prima compagnia aerea al mondo per numeri di passeggeri e fatturato dopo la fusione con Us Air nel 2014: da allora la compagnia ha macinato profitti record, complice anche il calo del prezzo del petrolio, mettendo a segno una performance borsistica del 19% in tre anni, ma soltanto dell'1,7% dall'inizio del 2017. Oggi è la compagnia più grande al mondo con 198,7 milioni di passeggeri, il più esteso network con 990 destinazioni e 2,800 voli non stop al giorno. In Italia opera 56 voli alla settimana attraverso i suoi hub di Milano, Roma e Venezia verso New York, Chicago Philadelphia, Miami, Charlotte e Dallas.

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Tuttavia, una serie di fattori dalla eccessiva capacità offerta, alla riduzione tariffaria, fino ai recenti disastri meteorologici hanno spinto la compagnia a rivedere al ribasso la guidance del terzo trimestre (i risultati saranno pubblicati il 26 ottobre) . Ma assicura il Ceo Doug Parker parlando agli investitori: «Non torneremo a perdere soldi. E anche negli anni difficili resteremo una compagnia profittevole».

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