sondaggio assiom forex

Gli operatori temono un effetto stretta Bce sull’economia

di Corrado Poggi

(AP)

3' di lettura

Accelera il passo di marcia dell’economia italiana e aumenta ulteriormente l’ottimismo sui mercati finanziari. E’ l’indicazione che emerge dal sondaggio di settembre condotto da Assiom Forex fra i suoi associati in collaborazione con Radiocor Plus.

Nel complesso, il numero di quanti vedono i mercati stabili o in rialzo nel prossimo semestre è pari all’87%, in miglioramento di quattro punti rispetto al mese precedente (83%). A questo insieme gli ottimisti, cioè quelli che vedono i mercati in rialzo nei prossimi sei mesi, contribuiscono per il 46% (da 43%), con un 3% di super-ottimisti che vede rialzi superiori al 10%. Scende di converso dal 17 al 13 per cento il numero di quanti vedono la possibilità di ribassi, che per l’1% potrebbero essere superiori al 10%. Il 41% vede invece mercati stabili. «Nonostante le incertezze tuttora presenti sullo scenario politico globale – ha commentato il presidente di Assiom Forex Luigi Belluti - gli operatori italiani continuano a mostrare ottimismo sulla tenuta degli indici per i prossimi sei mesi. Una presa di posizione probabilmente sostenuta dalle mancanze di vere alternative all’investimento azionario se si considera che la Bce è ormai prossima all’avvio della riduzione dei propri acquisti mensili di titoli di Stato».

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La corsa è finita, euro atteso stabile in prossimi mesi
Per quanto riguarda il mercato dei cambi, dopo il forte trend al rafforzamento degli ultimi mesi e il lieve ripiegamento di questi giorni che ha portato l’euro attorno a 1,17 dollari, la divisa comune è vista permanere sui valori attuali. Secondo il 50% degli operatori che hanno preso parte al sondaggio, l’euro dovrebbe infatti rimanere stabile rispetto al dollaro (in rialzo di ben dieci punti rispetto al 40% di agosto) mentre il 24% attende un ridimensionamento della divisa unica (da 31%) a fronte di un 26% (29%) che invece non esclude nuovi balzi.

Maggioranza operatori vede spread stabile ma per 29% crescerà
Il differenziale fra Btp a 10 anni e bund di analoga durata dovrebbe rimanere nel corso dei prossimi mesi entro la forbice di oscillazione di 150-175 punti (oggi è a circa 170 punti). Lo scenario di un cambio stabile è visto come probabile dal 50% degli operatori Assiom Forex (ex 53%) mentre per il 26% è possibile che il differenziale salga nella fascia di oscillazione compresa tra 175 e 200 punti. Un ulteriore 3% ritiene probabile uno sforamento di quota 200 punti. Sul fronte opposto, il 20% crede che lo spread possa scendere tra i 100 e i 150 punti e un ulteriore 1% intravede l’obiettivo di scendere sotto i 100 punti. «Lo spread non sta ancora riflettendo l'incertezza politica che si sta profilando in vista delle prossime elezioni politiche – ha detto Belluti - quando gli investitori, soprattutto quelli stranieri che detengono circa il 50% del debito nazionale italiano si accorgeranno del rischio di impasse che si corre con l'esito di queste elezioni, allora non sarei affatto sorpreso di vedere un balzo dello spread dagli attuali 175 punti circa a 200-250 se non oltre».

Tapering Bce avrà effetti negativi su economia Eurozona

Per il 55% degli operatori infine l’economia dell’eurozona non è ancora sufficientemente solida da poter affrontare senza problemi il tapering off della Bce e camminare durevolmente con le proprie gambe. Secondo l’opinione di questa maggioranza, con l’avvio del tapering, si avranno effetti sull’inflazione su cui già pesa il super-euro. E a fronte di un’inflazione ancora debole, anche la crescita potrebbe risentirne. Secondo il rimanente 45% degli operatori, invece, la crescita è solida, ben diffusa e trainata soprattutto dalla domanda interna e questo lascia credere che il trend possa continuare anche in presenza di una riduzione dello stimolo monetario. «L’avvio del tapering sembra essere l’elemento che preoccupa maggiormente i colleghi dei desk – ha commentato il presidente di Assiom Forex Luigi Belluti - in quanto la maggioranza ritiene che il suo avvio possa produrre effetti negativi sia sull’inflazione che sulla crescita in un momento particolarmente delicato come quello in cui ci troviamo. Mentre Francia e Germania hanno già archiviato le elezioni di rinnovo del Parlamento, l’Italia si ritrova ancora in balia dell’incertezza più totale circa le probabilità di prevedere verosimilmente quali saranno le forze di coalizione che potrebbero garantire l’insediamento di un governo stabile e riformatore, come ci chiedono i partner europei».

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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