in Commissione Anagrafe tributaria

Spesometro, Ruffini: dati altrui non più visualizzabili

di Nicola Barone

(IMAGOECONOMICA)

3' di lettura

Dopo il blocco dello spesometro online e il ripristino (non del tutto completo) avvenuto ieri mattina, Sogei ha comunicato che «nessun utente può più visualizzare dati di altri soggetti per i quali non è stato espressamente delegato dal sistema». Così il direttore dell'agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, in audizione alla Commissione Anagrafe tributaria.

Le misure dell’amministrazione finanziaria
Ruffini ha ricostruito i fatti degli ultimi giorni che hanno portato all'interruzione del servizio. «Lo scorso 20 settembre, a seguito di alcune segnalazioni ricevute circa la possibilità di visualizzare da parte degli utenti qualificati alcuni dati delle ricevute e delle fatture di soggetti diversi dai propri clienti, l'agenzia ha avviato le attività di analisi del fenomeno segnalato, richiedendo a Sogei di verificare tale circostanza, replicando in laboratorio quei casi di utilizzo dei servizi che effettivamente permettessero di confermare o meno quanto segnalato». Avendo ricevuto le prime conferme da Sogei «è stato chiesto nella giornata di giovedì 21 settembre di inibire con immediatezza i servizi online interessati dalle anomalie, attività completata nella prima mattinata di venerdì 22 settembre. Successivamente, a valle di ulteriori verifiche da parte di Sogei, è stata richiesta l'interruzione del servizio a partire dalla serata del medesimo venerdì», ha proseguito. Sogei «ha pertanto interrotto per tre giorni l'operatività dell'area web, ripristinando poi il servizio e confermando all'Agenzia che, a valle degli interventi e dei test eseguiti, nessun utente può visualizzare dati di soggetti dai quali non è stato espressamente delegato al sistema». Nel periodo di interruzione del funzionamento del portale, ha quindi tenuto a precisare Ruffini, «tutti gli altri canali di trasmissione, utilizzati mediante i software gestionali, che trasmettono il maggior numero di dati, sono rimasti attivi e regolarmente funzionanti». Ben consapevole delle difficoltà insorte, l'agenzia delle Entrate «ha emanato un comunicato stampa nella giornata del 25 settembre scorso informando che il termine di scadenza dell'adempimento è slittato al 5 ottobre e rassicurando sulla non applicazione delle sanzioni per meri errori materiali e/o nel caso in cui l'adempimento sia stato effettuato dopo il 5 ottobre, ma entro i 15 giorni dall'originaria scadenza».

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Fatturazione elettronica, il 30% delle imprese la usa
La fatturazione elettronica è «un destino segnato». L'eventuale estensione ed obbligatorietà tra privati è una scelta che secondo il direttore dell’agenzia «spetta alle istituzioni, ma penso che da parte del cittadino-contribuente sia percepita non tanto in quanto obbligatoria ma in quanto semplice e sicura». Secondo i dati in mano all’amministrazione a oggi, grazie alla fatturazione elettronica obbligatoria verso la Pa, già il 30% delle imprese italiane utilizza il sistema digitale, un dato al di sopra della media Ue del 18% (si tratta per Ruffini di «un processo stabile e maturo»). Da giugno 2014, data di avvio dell'obbligo di fatturazione elettronica, al 31 agosto 2017, il sistema ha ricevuto e gestito circa 75,5 milioni di file fattura; di questi, ha spiegato, circa 70,2 milioni sono stati consegnati alle pubbliche amministrazioni destinatarie. Nel corso del 2017, sono stati gestiti mediamente circa 2,5 milioni di file fattura al mese; il tasso di scarto dei file fattura si è progressivamente ridotto da oltre il 18% del 2014 al 4,16% del mese di agosto 2017. Le fatture sono state emesse da circa 988 mila fornitori e sono state consegnate, nel rispetto dei livelli di servizio, a oltre 63 mila “uffici virtuali” di circa 23 mila amministrazioni pubbliche, valori che tendono costantemente ad aumentare nel tempo.

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