attuazione del “collegato ambientale”

Torna il “vuoto a rendere”: al via la sperimentazione di un anno

di Vittorio Nuti

2' di lettura

Torna il “vuoto a rendere”, l'incentivo al riciclo e al riutilizzo che consiste nel restituire al consumatore, in cambio di bottiglie vuote, la piccola cauzione versata al barista o al commerciante al momento dell'acquisto. Il rispristino di un uso molto diffuso fino agli anni 80 del secolo scorso, fortemente auspicato dal Movimento 5 Stelle, è previsto da un regolamento del ministero dell'Ambiente appena pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” che sarà in vigore dal prossimo 10 ottobre.

Simbolo grafico per i bar coinvolti
In pratica, si tratta dell'attuazione di una misura del “Collegato Ambientale” (legge di Stabilità 2014) finalizzata alla prevenzione dei rifiuti di imballaggio monouso attraverso l'introduzione, su base volontaria, di un sistema incentivato di restituzione delle bottiglie riutilizzabili. Le norme che disciplinano la sperimentazione di un anno riguardano i contenitori di volume compreso tra gli 0,20 e gli 1,5 litri, in particolare bottiglie di birra e acqua minerale. Un simbolo grafico, posizionato all'ingresso di bar, ristoranti, alberghi e altri punti di consumo distinguerà gli esercenti aderenti al sistema “vuoto a rendere”. Che funzionerà come in passato, anche se ad essere interessati al momento sono solo i commercianti aderenti all’iniziativa, che al momento dell'acquisto all’ingrosso delle bevande in bottiglia verseranno una microcauzione (proporzionale al volume dell'imballaggio e ricompreso tra 0,05 e 0,3 euro), poi restituita dal grossista al momento della resa dei vuoti.

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Bottiglie riutilizzabili fino a 10 volte
L'obiettivo del “vuoto a rendere” è quello sensibilizzare i consumatori/esercenti sull'importanza del riutilizzo riciclo e diminuire la produzione dei rifiuti. I contenitori interessati all'iniziativa (bottiglie più resistenti in vetro, plastica o altri materiali) possono infatti essere riutilizzati oltre dieci volte prima di divenire scarto, e la loro raccolta può costituire un contributo importante alla filiera del riuso anche grazie all'alta percentuale di resa dei vuoti al produttore, stimata tra l'80 e il 90 per cento. Il decreto prevede poi un sistema di monitoraggio, per la valutazione della fattibilità tecnico-economica e ambientale del sistema del vuoto a rendere, che sarà decisiva per l'eventuale conferma dell'iniziativa e la sua estensione ad altri tipi di prodotto e ad altre tipologie di consumo al termine del periodo di sperimentazione.

Galletti (Ambiente): buona pratica per l’ambiente
«Un Paese proiettato nell'economia circolare come l'Italia - sottolinea il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti nella nota che annuncia la pubblicazione del decreto - non può che guardare con interesse a una pratica come il vuoto a rendere, già diffusa con successo in altri Paesi. Questo decreto - conclude Galletti - dà una possibilità a consumatori e imprese di scoprire una buona pratica che aiuta l'ambiente, produce meno rifiuti e fa risparmiare soldi».

Vignaroli (M5S): piccola ma significativa rivoluzione
Assai soddisfatto anche Stefano Vignaroli, deputato M5S da anni “sponsor” della nuova normativa, che parla di «piccola ma significativa rivoluzione» per quanto limitata ai commercianti del consumo fuori casa. La speranza, sottolinea, è che le amministrazioni comunali «si facciano attori di campagne di sensibilizzazione e informazione, dato che il governo non ha voluto incentivare la norma in nessun modo per premiare lo sforzo virtuoso dell'esercente, non investendo alcun impegno di spesa».

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