La sentenza

Film in streaming pirata: l’upload dall’estero è sempre illegale

di Francesco Prisco

(Marka)

2' di lettura

Per i gestori di siti web che offrono film in straming abusivo cade la «foglia di fico» dell’upload dall’estero. Lo stabilisce la sentenza emessa dal Tribunale di Viterbo a marzo scorso contro il gestore del celebre portale www.filmsenzalimiti.it, le cui motivazioni sono state depositate in questi giorni. Il primo grado di giudizio, oltre a condannare l’imputato a otto mesi di reclusione più una multa di 1.720 euro e il pagamento delle spese legali, stabilisce un principio che potrebbe fare giurisprudenza: per farla franca non è sufficiente caricare i film protetti da copyright su una piattaforma all’estero e poi linkarli sul sito italiano tramite la tecnica dell’«embedding», soprattutto se l’attività è a scopo di lucro.

Il giochetto messo in piedi dalla piattaforma chiusa la scorsa primavera era esattamente questo: il gestore metteva a disposizione i contenuti protetti dal diritto d’autore illegalmente, incorporandoli tramite un collegamento frame al sito italiano dal portale russo Vk, su cui venivano inseriti tramite uploader da lui selezionati che «dovevano distinguersi su Vk - spiega la sentenza - mediante l’uso di un alias che doveva comprendere nel nickname le parole “filmsenzalimiti”, affinché l’amministratore potesse selezionare i contenuti da mettere sulla piattaforma proprio tra quelli caricati dall’uploader di fiducia».

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Il ruolo della piattaforma russa Vk
Tutto questo non esclude, secondo il giudice, «la possibilità di affermare la responsabilità a titolo concorsuale del gestore del sito che abbia operato il linking/embedding, ove abbia consapevolmente fornito un ausilio morale o materiale alla circolazione o alla comunicazione dell’opera immessa nel sistema telematico».

E la sentenza continua: «Infatti, a differenza di quanto prospettato dalla difesa il funzionamento del sito non era limitato alla mera pubblicazione di contenuti mediante linking al social network russo Vk, sul quale il contenuto era immesso, essendo invero emersa una situazione di sinergica e integrata collaborazione tra gli amministratori del sito e gli uploader, nel cui contesto i primi davano espresso mandato ai secondi di provvedere al caricamento del contenuto sul sito russo, per poi operarne la pubblicazione sul sito www.filmsenzalimiti.it».

Tra donazioni e pubblicità
E il sistema consentiva agli utenti di Fimsenzalimiti «di operare donazioni in denaro, anche se la maggior parte degli introiti era assicurata dalla concessione degli spazi pubblicitari, con incassi proporzionali al numero di visualizzazioni del singolo contenuto, secondo il sistema del cosiddetto pay per click. Siffatto meccanismo - aggiunge il giudice - aveva consentito nel tempo di sviluppare un volume d’affari per il 2012 pari a circa 40mila euro».

A sottolineare l’importanza delle motivazioni della sentenza interviene il segretario generale di Fapav Federico Bagnoli Rossi: «Finalmente si fa chiarezza su un punto molto delicato per le attività di lotta alla pirateria. Limitarsi a diffondere in Italia contenuto caricato abusivamente all’estero non è sufficiente ad aggirare la punibilità. Una vittoria importante per l’industria della creatività messa a dura prova, in questi anni, dall’esplosione del fenomeno».

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