Sarkozy, ennesima tegola: condannato per finanziamento elettorale illecito

14 Feb 2024 17:08 - di Angelica Orlandi
Sarkozy

Nuovi guai per Nicolas Sarkozy per il caso Bygmalion, l’inchiesta sulle spese illecite risalenti alla campagna presidenziale del 2012.  L’ex presidente francese è stato condannato a un anno di carcere – di cui 6 mesi con sospensione condizionale – dalla Corte d’appello di Parigi. L’avvocato dell’ex presidente francese ha annunciato l’intenzione di ricorrere in Cassazione. E’ stata così confermata la colpevolezza di Sarkozy per aver superato il limite di spesa legale durante la sua campagna per le elezioni presidenziali del 2012; poi perse al secondo turno contro il socialista François Hollande. Non ha più da tempo quel sorrisetto stampato del 2011, quando insieme alla Merkel si beffava di Berlusconi e dell’Italia in sede internazionale.

Sarkozy condannato in appello a un anno di carcere per il «caso Bygmalion»

I sei mesi saranno scontati con misure alternative – compreso il braccialetto elettronico – che  giudici e imputato stabiliranno nei prossimi trenta giorni. A proposito dell’affaire “Bigmalyon”, i giudici hanno ritenuto che Sarkozy fosse stato informato del fatto che le fatture relative all’organizzazione della sua campagna elettorale stavano lievitando oltremisura. Nel 2021 Sarkozy era stato condannato in primo grado a un anno senza condizionale. Conosciuta come “il caso Bygmalion”, la vicenda riguarda un sistema di doppia fatturazione messo in atto dall’allora partito presidenziale, l’UMP, per nascondere il superamento delle spese autorizzate dalla legge.

La spesa per la campagna presidenziale di Nicolas Sarkozy nel 2012 riguardava quasi 43 milioni di euro; quando la commissione per i conti elettorali aveva fissato la soglia a lui concessa a 22,5 milioni. L’Ump allora – secondo l’accusa- avrebbe chiesto alla società di comunicazione Bygmalion di redigere fatture false, in modo che i servizi sembrassero forniti al partito e non al candidato.

Tutti i “guai” giudiziari di Sarkozy

Durante il processo Sarkozy ha negato «ogni responsabilità penale», evocando «favole e bugie». In primo grado, il tribunale penale aveva sottolineato che l’ex presidente aveva «continuato a organizzare meeting elettorali», «chiedendo una riunione al giorno»; nonostante fosse stato «avvertito per iscritto» del rischio di superare il limite legale – ripercorre la vicenda il Corriere on line. Presente alla lettura della sentenza di 244 pagine della Corte d’Appello di Parigi, Sarkozy secondo i giudici “decideva i meeting, dove si sarebbero tenuti e il numero di questi. Sembrava difficile dirgli di no e lo capiamo (…) Il signor Sarkozy è quindi responsabile della campagna. Il padrone della campagna è lui”.

Insieme a Sarkozy, sono stati condannati l’ex vicedirettore della campagna elettorale Jérôme Lavrilleux ( due anni di reclusione di cui diciotto mesi con la condizionale) ;  l’ex direttore della campagna elettorale Guillaume Lambert ( due anni di reclusione di cui diciotto mesi con la condizionale); gli ex direttori di Bygmalion, Franck Attal e Guy Alves, rispettivamente a un anno di reclusione con la condizionale e a diciotto mesi di reclusione con la condizionale.

Quando Sarkozy rideva di Berlusconi…

Sarkozy colleziona così un’altra grana giudiziaria. Non ha più quell’intollerabile sorrisetto con il quale sbeffeggiò il premier Berlusconi (insieme ad Angela Merkel ) interferendo nelle dinamiche politiche dell’Italia. Bastò leggere la  sua autobiografia – Le temps des combats – che uscì  in Francia per l’editore Frayard. Si capì come  il suo atteggiamento mirasse a screditare l’Italia, la nostra sovranità, il premier di allora. Dando il via a quell’“intrigo internazionale” che determinò il cosiddetto “golpe bianco” con le dimissioni di Berlusconi.

Lo scandalo delle intercettazioni

Nel 2021 l’ex inquilino dell’Eliseo  è stato condannato in appello a tre anni di carcere, uno dei quali da scontare in cella: nell’ambito del processo sullo scandalo delle intercettazioni, legato al finanziamento della sua vittoriosa campagna per le elezioni presidenziali del 2007. Si trattò di una sanzione senza precedenti. Nessun ex presidente aveva mai avuto una condanna così pesante. Il suo avvocato storico Thierry Herzog e l’ex alto magistrato Gilbert Azibert, coinvolti nello scandalo, hanno ricevuto le stesse condanne. Anche riguardo a questo dosser Sarkozy si è sempre dichiarato innocente. Il ricorso in Cassazione determinò la sospensione dell’attuazione della pena.

Sul dossier Libia sarà processato nel 2025

Lo scorso anno – agosto 2023-  un’altra tegola: in un altro procedimento l’ex-presidente sarà infatti  processato per i presunti fondi elettorali provenienti dalla Libia. Lo hanno annunciato i pubblici ministeri, che inizieranno il processo contro l’ex presidente francese e altri 12 imputati nel gennaio del 2025. L’accusa che grava su  Sarkozy è quella di finanziamento illegale della campagna elettorale, appropriazione indebita di fondi pubblici e corruzione. L’affare Libia ruota attorno alle accuse secondo cui i soldi per la campagna presidenziale del 2007 provenivano illegalmente dal regime dell’allora dittatore libico Muammar Gheddafi:  poi rovesciato e ucciso. Sarkozy si dic hbiara innocente.

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