Per Lollobrigida la grana è il Masaniello Salvini. E Meloni convoca gli agricoltori

La vertenza degli agricoltori squassa il campo del destra-centro. Se Francesco Lollobrigida paga le assicurazioni per sei mesi ai trattori, Matteo Salvini tiene il fiato sul collo all’esecutivo: “Bisogna estendere l'esenzione Irpef oltre la soglia dei 10mila euro”. Cambiano anche gli interlocutori: Salvini parla con gli agricoltori ribelli (ieri li ha visti all'Aquila e i contatti li ha tenuti anche stamattina). Ma Meloni lo supera - a destra è il caso di dire – e piazza una doppia mossa: prima convoca a Palazzo Chigi le organizzazioni più rappresentative: Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e Fedagripesca. Sono i ‘nemici’ dei trattori. Ma sono anche i referenti principali del governo, a cominciare da Coldiretti. Quindi, a quanto apprende Huffpost, Meloni apre alla protesta e subito dopo convoca, insieme a Lollobrigida, i “trattori”, gli esponenti di Riscatto Agricolo che stamattina hanno sfilato educatamente per la Capitale e che da giorni dalla base della Nomentana chiedono di essere ricevuti dalla presidente del consiglio e dal ministro all’Agricoltura. Arriveranno nel pomeriggio a Palazzo Chigi. La novità arriva dopo che la competition tra Fdi e Lega per accontentare gli agricoltori si era accesa a colpi di emendamenti. Mentre i trattori fanno la loro comparsa sulle strade della Capitale – in un corteo simbolico di 4 mezzi partito dalla Nomentana ed ha toccato piazza Repubblica per continuare al Colosseo - la Lega punta su via XX settembre. Di prima mattina Lollobrigida manda un segnale distensivo ai trattori depositando un emendamento al decreto milleproroghe che prevede il posticipo di sei mesi dell’entrata in vigore dell’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli. Si tratta della norma che impone agli agricoltori di assicurare anche i trattori che non utilizzano più. Il governo l’aveva introdotta a dicembre in un decreto, e ora ne proroga l’entrata in vigore. Negli stessi minuti Salvini riunisce gli esperti del partito. “Bene, ma è ancora poco”, è la valutazione del Carroccio, che chiede un impegno più forte per sostenere il settore e di “intervenire ancora più efficacemente sull'Irpef". Il che significa che Salvini vuole portare l’esenzione Irpef sui terreni agricoli oltre il limite dei 10mila euro fin qui ipotizzati. Problema non da poco: su questo nella riunione della Lega non ci sarebbe stato il via libera del ministro Giancarlo Giorgetti, al quale spetta il compito ingrato di reperire le risorse necessarie (si parla di 150 milioni di euro). Ieri Salvini ha incontrato all’Aquila una delegazione di Riscatto agricolo, coi quali si mantiene in contatto. Ha assicurato loro che la Lega presenterà altre proposte. Ha un valore più che altro simbolico la risoluzione che “stoppa i cibi a base di farine di insetti nelle mense scolastiche. Altro che grilli o altre schifezze, diamo da mangiare a ragazze e ragazzi i sani prodotti italiani coltivati dai nostri agricoltori e allevatori”, dice Salvini, anche se in realtà non risultano scuole in cui si consumino cibi prodotti con farine di insetti. Ma la mossa di Salvini coglie, solo in parte e in termini preventivi, una delle richieste degli agricoltori, quella di obbligare la pubblica amministrazione in generale a consumare cibo coltivato e allevato in Italia. La misura più accreditata su cui punta la Lega ha finito l’iter in commissione agricoltura, a firma di Riccardo Molinari, Mirco Carloni e Davide Bergamini. Chiede di fissare un prezzo giusto dei prodotti agricoli attraverso la delega all’Ismea della stima dei prezzi minimi sotto i quali non si può scendere nel sottoscrivere accordi di filiera. L’iter è concluso e con una copertura minima, un milione di euro, il governo potrebbe adottare la norma, che prevede peraltro una delega al governo per la disciplina delle filiera di qualità. La proposta consente di assorbire la fluttazione dei prezzi energetici e di concimi nella definizione dei prezzi dei prodotti agricoli. Ma la competizione tra Lega e Fratelli d’Italia è arrivata fino a Sanremo. I delegati di Riscatto Agricolo – provenienti dai presidi di Lodi, Brescia, Bergamo e Melegnano, feudi elettorali della Lega - minacciano di boicottare il Festival se non sarà consentito almeno a uno di loro di salire sul palco e leggere il comunicato che riassume la vertenza dei trattori. “Abbiamo scritto un comunicato ma non lo abbiamo consegnato ad Amadeus perché vorremmo leggerlo noi sul palco. Se non c'è apertura in tal senso, lui non leggerà niente", dice Filippo Goglio, uno dei portavoce del comitato. "Non c'è stato nessun contatto anzi ci hanno snobbato, senza tener conto della fatica che abbiamo fatto ad andare giù a Sanremo, dietro suo invito di 10 giorni fa”. Intanto nella città ligure stanno arrivando altri trattori, da Brescia e dal Piemonte. “Non vogliamo creare disagi a Sanremo né boicottare il Festival: chiediamo solo di essere ascoltati e poter spiegare le nostre ragioni. Per questo abbiamo chiesto un incontro ad Amadeus e alla direzione della Rai", dice Giulia Goglio, la giovane scelta per l’eventuale lettura del comunicato, a Qn. "Spero che qualcuno, in qualche modo, possa ascoltarci. Quello che m'interessa è far comprendere all'opinione pubblica le difficoltà del mondo agricolo. Non vogliamo creare disagi, ma la mobilitazione potrebbe allargarsi”. La Lega sponsorizza la possibilità che i delegati possano salire sul palco. Ieri Salvini, nell’incontro a L’Aquila, ha invitato tutti a guardare Sanremo per ascoltare le ragioni degli “agricoltori che chiedono solo di fare gli agricoltori”. Ma la visibilità conquistata a Sanremo evidentemente potrebbe nuocere all’altro lato della maggioranza agraria, che fa capo al ministro Francesco Lollobrigida, legato a doppio filo a Coldiretti. Di qui la prudenza con cui la Rai sta gestendo il caso sanremese. Una prudenza paragonabile a quella con cui Viale Mazzini e Amadeus gestirono il messaggio di Zelesnkyj, lo scorso anno. Per Lega e Fdi un modello di compromesso a cui guardare.

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