Askatasuna, Alessando Barbero “beatifica” l’illegalità: “I centri sociali ricchezza delle nostre città”

3 Feb 2024 9:15 - di Gabriele Alberti
Askatasuna Alessandro Barbero

Lo storico Alessandro Barbero che promuove il centro sociale Askatasuna a “bene comune”, a “ricchezza delle nostre città”, a “opportunità di incontro da cogliere” proprio non si può sentire. I violenti del centrosociale già “graziati” dal sindaco dem di Torino, Stefano Lo Russo, che ne rivendicava l’opera di legalizzazione; già “graziati” dal gip che ha ritenuto sufficiente la misura dell’obbligo di dimora dalle 20 alle 8 – e non il carcere– per coloro che si sono resi protagonisti degli scontri del primo maggio; ora vengono nobilitati da Barbero che dalle colonne della Stampa ne fa un panegirico.

Askatasuna promosso a “bene comune”: l’ elogio di Alessandro Barbero

Proprio mentre la cronaca si assume il ruolo di sbugiardare il sindaco di Torino. Infatti,la Digos  eseguiva altri dodici misure cautelari ai danni di alcuni militanti dello stesso centro sociale: indagati per resistenza, lesioni a pubblico ufficiale e lancio di oggetti. Contro la sinistra che dopo  30 anni di occupazione abusiva offre una  “uscita di sicurezza” dall’illegalità, fratelli d’Italia è scesa in piazza in siti indi protesta. ” Le misure cautelari ad Askatasuna certificano il fallimento della delibera comunale sul nascere. Il centro sociale di Torino è evidentemente un pericolo attuale”, dice senza mezzi termini Augusta Montaruli. Per i sindacati di polizia “è la morte della Giustizia”, mentre per lo storico i centri sociali sono una benedizione.  «I centri sociali sono una ricchezza delle città italiane. Trasformare Askatasuna in un bene comune mi vede favorevole: il compito della politica è promuovere la convivenza tra pensieri diversi».

Askatasuna, Alessandro Barbero: “Favorisce l’incontro tra pensieri diversi”

Promuove a pieni voti il sindaco dem affermando che “il centro sociale compie tante attività importanti per il quartiere. Forse prima non era un bene comune in senso tecnico-giuridico, ora lo diventerà: non ci vedo dei problemi, anzi un’opportunità di incontro da cogliere”. E pensare che Barbero vive a Torino. Conosidera forse un bene e un’opportunità che il prsidente del Piemonte Cirio giri sotto scorta da quattro anni e riceva minacce quotidianamente dagli antagonisti di Askatasuna? Glissa sull’aspetto violento e legalitario con un frettoloso: “I reati vanno puniti, ma le responsabilità sono individuali. Da membri legati ad Askatasuna possono certamente essersi manifestate reazioni violente sulle quali nessuno vuole essere minimamente indulgente. Ma resta soprattutto un luogo dove si organizzano attività collettive, a cui partecipa una marea di giovani e non solo, dentro il quale Torino ha bisogno di rimettere piede”.

Non siamo alla “ola” per i centri sociali ma quasi: “Forse spaventano qualcuno, molta gente non si sognerebbe mai di metterci piede – risponde lo storico del Medioevo-. Ma sono una ricchezza delle nostre città: favoriscono incontri tra pensieri diversi, anche distanti tra loro. Promuovere in un centro sociale punti di vista diversi, aprirli alla città, mi sembra un esercizio in perfetta combinazione con l’essenza di una democrazia liberale: la convivenza tra diversità”. Più si leggono le sue parole sul quotidiano torinese, più si rimane senza parole. Sconcertante, poi, l’elogio dell’illegalità diffusa. Molto convincente ed efficace come storico, Barbero sembra vivere confinato nei suoi libri.

“Case occupate? Non sempre è un bene sgomberare”

Saltando di palo in frasca, arriva alle occupazioni delle case: “Non sempre, quando una casa è occupata da una famiglia povera con tanti bambini, la cosa giusta è buttarli in mezzo alla strada. Anche se stanno commettendo qualcosa di illegale. E questo credo che sia un principio di coscienza condivisa dalla maggior parte delle persone”. Qui si sbaglia di grosso il professore, che esprime un opinione personale fuori dalla realtà: gente imbufalita che da anni non può tornare in possesso di una casa di proprietà. Poveri Cristi in attesa delo “permesso” di rientrare nelle proprie case. Proprio no, professore, le persone sul punto non la seguono. Conclusione sconcertante: “Il compito delle autorità non è schiacciare chiunque commetta delle illegalità. Questo sapevano farlo anche i sovrani assoluti. L’amministrazione di Torino ha scelto comunque una strada più difficile: affrontare l’illegalità in modo illuminato”. E qui può calare il sipario.

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