Gramsci torna a dividere la destra. Ma ha ragione Il Foglio: ormai lo scontro è Cortellesi vs Tolkien…

18 Gen 2024 9:55 - di Vittoria Belmonte

E’ bastato che il ministro Gennaro Sangiuliano spiegasse perché, da destra, apprezza Antonio Gramsci per scatenare un dibattito alla Gaber (“fare il bagno nella vasca è di destra, fare la doccia è di sinistra“). Per il titolare della Cultura Gramsci, in quanto contribuì alla costruzione dell’identità italiana, merita omaggio e rispetto. Immediata agitazione a sinistra: eh no, giù le mani da Gramsci. Si indigna Il manifesto e Il Fatto lo segue a ruota. Il rischio sarebbe l’annacquamento del pensiero gramsciano.

Ma il filosofo comunista agita le acqua anche a destra, riproponendo un dibattito un po’ stanco e già esperito ai tempi in cui Marco Tarchi proponeva a una destra un po’ troppo asfittica di aprirsi al nuovo e definendo questo inedito atteggiamento “gramscismo di destra”. Ecco dunque che Marcello Veneziani torna a ribadire che Gramsci nel pantheon della destra non ci può stare. Una sorta di cartellino rosso per le mire inclusive del ministro della Cultura. Ma, appunto, il dibattito nella destra è antico e risuonava anche nelle infuocate accuse di Giorgio Almirante nei congressi contro la minoranza aperturista che faceva capo a Rauti: “Volete mettervi la camicia rossa!”. “No – replicavano quelli – vogliamo che tutti si mettano a studiare” e così via nell’approfondire, giorno dopo giorno, le strategie migliori per l’uscita dal ghetto.

Oggi questa discussione non ha aderenza con la realtà. La destra governa l’Italia e – come ha sottolineato su Italia Oggi Domenico Cacopardo – Giorgia Meloni può davvero instaurare un’egemonia politica (il che comprende anche la cultura, s’intende) chiudendo per sempre la stagione della “continuità sostanziale” che caratterizzò i governi Berlusconi dietro l’accorta regia di Gianni Letta. Detto ciò il dibattito culturale (purtroppo o per fortuna) svicola dagli scritti di Gramsci per concentrarsi su altre polarità. Claudio Cerasa ne suggerisce una calzante: Cortellesi vs Tolkien. 

E cioè, traduciamo noi, il fantastico ridotto a barzelletta (Cortellesi) contro il fantasy che costruisce mondi alternativi (Tolkien). O anche il femminismo che deride le colf (Cortellesi) e il femminismo eroico alla Eowyn (Tolkien). O infine il non comprendere un’acca della fiaba (Cortellesi) e l’idea che la fiaba aiuti a scoprire gli archetipi nella realtà (Tolkien). Quanto tutto ciò abbia a che fare con la destra e la sinistra è evidente. Se non che l’amore per la Cortellesi esploso a sinistra ci ricorda la gag di Corrado Guzzanti -Veltroni e Livia Turco che annunciavano che avrebbero volentieri candidato alla segreteria Paola e Chiara. Succede quando la politica si riduce agli “avanzi”.

 

 

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