Nazionale, la nuova vita di Buffon: “Non era scontata la fiducia in me”

L’ex portiere della Juventus è diventato il nuovo Capo Delegazione dell’Italia, oggi ha parlato in conferenza stampa: “Sono orgoglioso e questa carica mi stimola. Conosco bene l’ambiente anche in questa veste”

La prima conferenza di Gianluigi Buffon come nuovo Capo Delegazione dell’Italia. Il sito della Figc aveva così descritto il suo incarico: “Sarà la figura che rappresenta il punto di riferimento per i calciatori, soprattutto i più giovani; il custode dell’identità, dei valori e della storia della Nazionale; la guida fuori dal campo per tutta la delegazione, in grado di unire il gruppo e agevolare il rapporto tra calciatori e staff organizzativo; il rappresentante della Squadra e della Federazione, in assenza del Presidente, nelle occasioni ufficiali”.

Gianluigi Buffon
Gianluigi Buffon ha parlato in conferenza stampa, è il nuovo Capo Delegazione dell’Italia (Ansa Foto) – Notizie.com

Oggi l’ex portiere della Juventus si è presentato in sala stampa: “Sono molto felice, ringrazio tutta la famiglia azzurra e il ct per la grande fiducia che hanno riposto in me”, ha detto. “Non era scontato immaginare che una figura come la mia potesse essere di miglioramento in un nuovo percorso. Sono orgoglioso e questo mi stimola. Torno in un ambiente che conosco bene anche in questa nuova veste. Il motivo del mio ruolo è quello di mettere un piccolo mattoncino per il nostro futuro“.

Buffon: “Non ho rimpianti con la maglia azzurra”

Gabriele Gravina, Luciano Spalletti e Gianluigi Buffon
Nella foto il presidente della Figc Gabriele Gravina, il commissario tecnico Luciano Spalletti e Gianluigi Buffon, nuovo Capo Delegazione dell’Italia (Ansa Foto) – Notizie.com

Buffon ha poi aggiunto: “Non ho rimpianti con la maglia azzurra. Fare gare d’addio è una cosa che non mi va perché malinconico, quando io chiudo devo pensare al futuro. Si va avanti. È stato bellissimo, ora arriva una nuova avventura. Per quanto riguarda i giovani, è molto importante la conoscenza della storia per poterla apprezzare. Io sono nato e cresciuto con il mito di Paolo Rossi, Dino Zoff e tutti gli Azzurri del 1982, con i racconti di mio padre. Venire a Coverciano e vedere Riva per me era come vedere un monumento perché me l’aveva passato la mia famiglia. I giovani si possono appassionare così, oltre avendo una Nazionale bellissima e vincente“. Poi le parole su Gianluca Vialli: “Il ricordo che ho di lui è bellissimo, avevamo un rapporto straordinario e ci scambiavamo sempre le maglie. Pensare di essere al suo pari è presuntuoso e sbagliato, non sarei all’altezza di ciò che ha fatto lui”.

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