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Covid

"I vaccinati hanno carica virale 10 volte meno infettiva dei non vaccinati": lo studio

Getty
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Ormai lo sappiamo. Tutti, vaccinati e non, possono contrarre il Covid ma con grandissime differenze quando si parla di protezione dai rischi e dal decorso della malattia. Oggi a queste differenze potrebbero aggiungersi enormi diversità in termini di capacità replicativa del virus. A dirlo sono le prime evidente di uno studio condotto da un gruppo di scienziati svizzeri, secondo cui la carica virale di chi ha ricevuto il vaccino anti-Covid sarebbe meno infettiva rispetto a quella dei non vaccinati.
 
Studi precedenti avevano dato informazioni inerenti la presenza o l'assenza del Sars-CoV-2, mentre la ricerca svizzera è la prima a fornire una misura quantitativa del virus nei campioni analizzati. Ma, va specificato, si tratta di un lavoro in pre-print che non è ancora stato certificato da revisione paritaria, ovvero non risulta sottoposto alla valutazione di specialisti del settore chiamati a convalidarne l’effettiva validità di utilizzo per la pratica clinica. 
 
Cos’è la carica virale e perché è così importante
Il termine “carica virale” indica la quantità di particelle virali presenti all’interno dell’organismo infettato (numero di copie di materiale genetico virale presenti in un millilitro di materiale biologico prelevato con tampone), nel nostro caso da SARS-CoV-2. Nella persona infettata, il virus cerca di gestire i meccanismi di difesa immunitaria e delle singole cellule al fine di potersi replicare il più possibile ed infettare il maggior numero di cellule. Maggiore è la quantità di virus presente, più facilmente e diffusamente questo fenomeno accade, maggiore sarà la carica virale risultante. Maggiore sarà la carica virale, più sarà facile trasmettere il virus al prossimo veicolando la circolazione.
 
Cosa dice lo studio?
Studiare la carica virale è di fondamentale importanza in quanto, sottolineano i ricercatori, i suoi alti valori hanno un ruolo cruciale nella diffusione del Covid di varianti come Alfa e Delta. Oltre a ciò, in un momento in cui buona parte della popolazione mondiale è ormai vaccinata, era molto più che utile conoscere la carica virale dei soggetti immunizzati che contraggono l'infezione. Così gli scienziati hanno analizzato i tamponi nasofaringei di 384 soggetti non vaccinati infettati (col virus originario, Delta e Omicron) oppure vaccinati e hanno poi confrontato la carica virale con le cellule in vitro. È emerso che le particelle virali dei vaccinati sono addirittura 10 volte meno infettive, e dunque meno contagiose, rispetto a quelle appartenenti ai non vaccinati. Come accennato, infatti, più particelle virali sono presenti nell’organismo infettato, maggiore è la possibilità di diffusione del virus che può avvenire attraverso la respirazione, la tosse, il parlare o lo starnutire.
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