TORINO. Era stato coinvolto nella inchiesta Rimborsopoli della Regione Piemonte, nell’ambito della quale, nella sentenza di Appello lo scorso 14 dicembre, Burzi – morto ieri suicida – era stato condannato a tre anni. Probabilmente l'ex assessore regionale  ha vissuto come una pesante ingiustizia la disparità di trattamento rispetto ad altri suoi colleghi. Sull'accaduto non si dà pace Guido Crosetto che su Twitter ricorda l'amico scomparso: «Questa notte, Angelo Burzi, amico da 20 anni, intelligente e raffinato, uomo scorbutico, arguto, tenero e profondo, ha deciso che non valeva più la pena vivere in questo mondo. Piegato da anni di assurde ingiustizie e violenze giudiziarie, ha detto “basta!”. Addio, amico mio. RIP».


E ancora qualche ora dopo è arrivato un altro tweet di Crosetto per sfogare la rabbia: «Non riesco a trattenere la rabbia, mi scuso. Da questa mattina non riesco a pensare che al suicidio di un uomo perbene e di ciò che lo ha spinto a quel gesto. Contro di lui (e molti altri) hanno usato la giustizia. Perché c’è gente che l’amministra solo per combattere nemici».
Cota: è il tempo del dolore 
«C'è un tempo per tutto, oggi è il tempo del dolore. Ci dovrà però essere il tempo per raccontare le ingiustizie e le assurdità di questi anni». E' quanto scrive su Facebook oggi Roberto Cota, ex governatore del Piemonte, sulla morte di Angelo Burzi, esponente politico che si è tolto a Torino nella tarda sera del 24 dicembre. Burzi, ex consigliere e assessore regionale, nel 1993 fu uno dei fondatori di Forza Italia in Piemonte. «Lo conoscevo da tanti anni - aggiunge Cota - ma negli ultimi tempi la nostra amicizia si era davvero rinsaldata ed ho avuto la fortuna di passare più tempo con lui. Angelo era un uomo intelligentissimo, profondamente onesto e dotato di una umanità straordinaria».

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