È morto per un arresto cardiaco l'attore Libero De Rienzo, trovato cadavere alle 20 di due giorni fa nel suo appartamento in zona Madonna del Riposo, a Roma. Una tragica fatalità che, però, potrebbe nascondere altro: il consumo di droga. È su questo aspetto che si concentrano le indagini dei carabinieri della stazione Madonna del Riposo, coordinate dal procuratore aggiunto di Roma, Nunzia D'Elia. Nella casa dell'attore 44enne - che lascia la moglie e due figli - sono state trovate tracce di polvere bianca, sequestrate dai militari del Ris. 

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. La famiglia, parlando con gli inquirenti, non avrebbe nascosto che l'attore in passato avrebbe fatto uso di droga, ma che da quel tunnel ne era uscito da tempo. Per avanzare (con certezza) qualsiasi ipotesi, però, serviranno i risultati che, al momento, non sono ancora arrivati. Intanto è stata disposta l’autopsia, il conferimento incarico è previsto per lunedì, e l’esame tossicologico sul corpo dell’attore mentre la procura ha aperto un’inchiesta per «morte in conseguenza di altro reato». Che, appunto, potrebbe concretizzarsi nella cessione di droga ai fini di spaccio. 

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Il ritrovamento: l'amico sconvolto 

A trovare De Rienzo per terra, vicino alla porta d’ingresso, è stato un amico che aveva le chiavi dell’appartamento e che si è fiondato in quella casa per capire cosa fosse accaduto. Inutile ogni tentativo di soccorso. Per il 44enne non c’era più niente da fare. Si indaga per capire se, al momento del malore, fosse da solo o se poco prima avesse visto qualcuno. Dal giorno prima, questo è quello che trapela da fonti vicine alle indagini, non rispondeva più alla moglie, Marcella Mosca, costumista e scenografa, che si trovava in vacanza a Napoli con i due figli. 

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Chi era Libero De Rienzo

Libero è stato l’icona della generazione Santa Maradona. Nato a Napoli nel 1977, aveva intrapreso la carriera dello spettacolo sulle orme del padre, Fiore De Rienzo, che è stato aiuto regista di Citto Maselli. Si impone all'attenzione del pubblico, condividendo la monotonia dei giorni con l'amico Stefano Accorsi, nel film cult di Marco Ponti. Il ruolo di Bart, giovanotto senza arte né parte, gli frutta nel 2002 il David di Donatello come Migliore Attore non Protagonista, nonché una nomination ai Nastri D'Argento.Nel 2009 incontra Marco Risi e la storia del cronista napoletano Giancarlo Siani, vittima della camorra: si butta a capofitto nell'avventura di Fortapasc, scritto da Andrea Purgatori e regala la sua interpretazione più bella e matura, rendendo il suo personaggio un autentico eroe del quotidiano, identificandosi con misura e passione in una figura reale a cui rende onore come per ricongiungersi con le sue radici napoletane. Da quel momento lo adottano gli autori della nuova generazione: Ivan Cotroneo (Kriptonite), Valeria Golino (Miele), Giorgia Farina (Ho ucciso Napoleone).

Ma è il sodalizio con Sidney Sibilia che ne fa uno degli improbabili eroi della trilogia di Smetto quando voglio a dargli la popolarità e la conferma definitiva di un talento luminoso. Ha frequentato anche la televisione, ma il mondo della serialità non è il suo: figlio di un allievo di Francesco Maselli (Fiore Di Rienzo), sposato con Marcella Mosca, padre di due amatissimi bambini, è un intellettuale coerente e rigoroso, nonostante l'apparenza scapigliata e l'allegria contagiosa da eterno studente. Il suo film più recente, ancora inedito, è Una relazione, opera prima da regista di Stefano Sardo. Di lui restano la passione, il talento, la sete inesauribile di conoscere e leggere, il sorriso, sempre venato da una segreta malinconia, di un uomo buono e giusto.

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Benché abitasse dall'età di due anni a Roma, Libero De Rienzo era molto legato alla città di Napoli. Sposato con la costumista Marcella Mosca, lascia due figli di 6 e 2 anni. Dopo i funerali (la cui data non è stata ancora fissata) la salma sarà inumata in Irpinia, accanto alla mamma. 

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