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"Paso" la pallavolo italiana dà l'addio al campione di Padova nel suo palazzetto

Commovente cerimonia funebre nel Kioene Arena per l'ex azzurro Michele Pasinato morto a 52 anni

Stefano Edel
1 minuto di lettura

PADOVA. L'ultimo saluto a “Paso” è stato toccante, nel contesto di una cerimonia funebre celebrata in uno scenario inusuale, la Kioene Arena, il palazzetto dello sport dov'era cresciuto e si era affermato, sino a diventare campione del mondo.

Erano in più di 500, lunedì a rendere omaggio a Michele Pasinato, morto a 52 anni per un tumore, considerato uno dei più grandi pallavolisti italiani di tutti i tempi, punto di forzo del Padova Volley, dove si era imposto come giocatore e dove allenava nel settore giovanile. Intorno alla moglie Silvia, ai figli Edoardo e Giorgio, alla mamma Mariangela e ai fratelli Raffaello e Cinzia si sono stretti i campioni azzurri della “Generazione di fenomeni”, guidati dal Ct argentino Julio Velasco, presente con il suo vice Angelo Frigoni, che sul finire degli anni Novanta avevano entusiasmato milioni di tifosi con le loro imprese.

L'addio a Pasinato, commozione al Kioene Arena di Padova

Davanti all'altare sistemato sotto il tabellone elettronico segnapunti si sono ritrovati in tanti, da Bernardi a Papi, da Fei a Sartoretti, da De Giorgi a Tofoli, da Bracci a Cantagalli, da Lucchetta a Zlatanov, da Gravina a Galli, da Giani a Martinelli e Pippi, oltre a Tovo, Vianello, Basso e Franceschi. Con loro l'ex presidente padovano Maurizio Sartorati, e gli attuali Giancarlo Bettio e Fabio Cremonese.

La bara era avvolta nel tricolore e su di essa erano stese la maglia della Nazionale con il 15 e quella del Charro Padova con il 13, i numeri che aveva scelto in carriera. Le esequie sono state officiate da don Gianluca Bassan, il parroco di Voltabarozzo, nel cui cimitero vecchio domani verrà tumulata la salma. Con lui don Celestino e don Piero, i suoi predecessori, e don Luca, ex pallavolista convertitosi poi alla vita clericale.

“Michele è stato uomo schivo e riservato, e quando ha smesso di giocare si è messo al servizio dei ragazzi, che lo guardavano come un idolo. Dobbiamo essere orgogliosi di lui: qui, nella Pallavolo Padova, aveva la sua seconda famiglia”, ha detto nel ricordarlo don Gianluca. Commoventi i messaggi del figlio primogenito Edoardo e della moglie.

“Amavi la montagna e ti immagino lassù, in un prato bellissimo, a giocare a green volley, con Bebeto in panchina. Eravamo come pane e burro, ora il pane non c'è più. Ciao gigante buono”, le parole della consorte. L'assessore allo Sport, Diego Bonavina, in rappresentanza dell'amministrazione comunale, ha promesso che “qualcosa faremo per ricordarlo. Non so se gli intitoleremo il palazzetto o una delle tribune per il pubblico, ma non possiamo dimenticare un grande atleta, che ha portato il nome di Padova in tutto il mondo”. A quel punto un lungo applauso e la scritta “Ciao Paso” sui maxischermi ha accompagnato l'uscita del feretro dal palasport.

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