Barbara Rose amava l'Umbria: come i suoi amici americani Beverly Pepper, Al Held e Nick Carone, si era rifugiata nella campagna tuderte. Questo Natale, nella notte tra il 25 ed il 26 dicembre, uno dei più grandi critici d’arte al mondo ci ha lasciati all’età di 84 anni. In una carriera straordinaria, Barbara Rose ha ottenuto riconoscimenti internazionali per le sue mostre, i lavori cinematografici e gli studi sull'arte contemporanea. Negli ultimi anni Barbara Rose ha avuto l'occasione di fare il punto sull'arte con la mostra manifesto “Pap” (Painting After Postmodernism), nata dal dialogo e dalla collaborazione con il collezionista Roberto Polo, allestita in Belgio, Spagna e in Italia alla Reggia di Caserta. La rassegna, attraverso il lavoro di artisti americani, belgi e Italiani, sottolinea il primato della pittura su tutte le arti, enfatizzando la capacità degli artisti di resistere alle mode e all'appiattimento mediatico.
In quest'ultimo anno Barbara Rose ha lavorato a un film documentario, “Umbria mistica”, per raccontare il dialogo tra la terra di San Francesco e gli artisti. Il film si avvale del corto di Deborah Barkoh girato nell'ex ospedale psichiatrico di Perugia dove gli artisti della New York New Generation hanno realizzato i lavori esposti nella mostra del 1997 curata da Barbara Rose nel Museo di Arte Moderna e Contemporanea Palazzo della Penna a Perugia. Ad Assisi nel 2017, Barbara Rose ha curato la mostra di Rossella Vasta e Arturo Casanova “Kenosis e Perdono” nel Museo della Porziuncola in occasione dell'ottavo centenario del Perdono d'Assisi. A marzo, durante il primo lockdown, l’artista Rossella Vasta ha creato la chat “Painters in Quarantine” con i pittori Arturo Casanova, Bruno Ceccobelli e gli americani Paul Manes, Don Kimes, Heather Hutchinson, Randall Stoltzfus, Toic Zdravko, Mark Kanter, Nathan Brujis, Don Kimes. Nella chat Barbara Rose ha lasciato il suo testamento morale: “Il compito che ci aspetta è quello di preservare le abilità ed i valori in una cultura globale dominata dall'ignoranza e dal materialismo. Tramite il sacrificio di quegli artisti che hanno la forza di trasmettere e comunicare tra di loro valori etici in un momento in cui tutta l'autorità è data al migliore offerente e a coloro i quali, ereditando la terra , lo fanno derubando coloro che si sono adoperati nel crearla”.

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