27 dicembre 2020 - 20:40

Morta la critica d’arte Barbara Rose. Una combattente che amava la vita

Intensa, curiosa, solare, collaborava con il «Corriere della Sera». Dal 2011 scriveva anche sul «la Lettura». L’ultimo, appassionato, articolo sul futuro della cultura

di GIANLUIGI COLIN

Morta la critica d'arte Barbara Rose. Una combattente che amava la vita Barbara Rose
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Torneremo di nuovo liberi. Con l’arte, memoria e cultura vanno tenute vive»: così Barbara Rose (scomparsa il 25 dicembre a 84 anni) rifletteva nel maggio scorso sul nostro presente e sul futuro che ci attende. Era malata da tempo, ma da irrefrenabile combattente non ha esitato a scrivere sulle colonne del «Corriere» (dopo la sollecitazione della sua amica di sempre, l’artista Rossella Vasta) un appassionato testo sul destino della cultura immaginando gli scenari del post Covid. Oggi quel testo, così profetico, appare come un testamento morale: sul valore dell’arte come forza per affrontare il mondo che verrà.

Era così Barbara Rose: intensa, curiosa, solare, pungente, anche irrequieta, capace di farsi attraversare dalle suggestioni, fuori dalle correnti della critica, in prima linea a difendere la sua visione «politica» dell’arte, che coincideva con un’unica parola: libertà. Bellissima, colta, solare, trasparente ed empatica, aveva la naturale vocazione da musa e insieme da dea protettrice degli artisti. Non a caso divenne moglie di Frank Stella e fu consacrata tra le 13 Most Beautiful Womendi Warhol. Poi scherzava: «Con un artista non si può vivere, è troppo concentrato su sé stesso». La verità è che amava la vita e l’universo dell’arte che quella vita racconta con intelligenza.

Partecipava con curiosità al lavoro degli artisti ed esplorava costantemente nuovi territori della contemporaneità, ancorata a un’idea dell’arte che avesse una visione non solo estetica, ma anche di impegno civile. Era soprattutto contro un mondo che sembrava mosso solo dalla logica del profitto.

Era felice della collaborazione con il nostro quotidiano, in particolare con «la Lettura». Il suo primo pezzo su «la Lettura» (datato 20 novembre 2011, il secondo numero del settimanale) era dedicato al mondo che conosceva meglio: un viaggio nell’arte americana dal dopoguerra a oggi. Ma la sua forza l’ha espressa sulle colonne del nostro giornale quando sapeva che la sua vita si stava spegnendo: «Il compito che ci aspetta è quello di preservare le abilità e i valori in una cultura dominata dall’ignoranza e dal materialismo». E concludeva: «Che santa Rosalia possa ispirare e sostenere gli artisti, oggi costretti alla quarantena! E che l’Arte sia contro la Peste!». Ciao Barbara Rose, guerriera dell’arte.

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