Il Tirreno

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Nel Duomo di Pontremoli l’ultimo saluto all’ex ministro e sindaco Enrico Ferri

Riccardo Sordi
Nel Duomo di Pontremoli l’ultimo saluto all’ex ministro e sindaco Enrico Ferri

Il funerale domani alle 15. La sindaca Lucia Baracchini: una mente fervida che si è adoperata per dare lustro alla Lunigiana

19 dicembre 2020
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PONTREMOLI. Sarà domani alle 15, nel duomo di Pontremoli, l’ultimo saluto all’ex ministro alle Infrastrutture Enrico Ferri, morto giovedì sera all’età di 78 anni dopo una lunga malattia. Una scomparsa che ha sconvolto il territorio nonostante le condizioni di salute dell’ex sindaco, ex ministro, fossero da tempo peggiorate e che da lungo tempo fosse costretto a combattere e a convivere con una grave malattia che lo aveva costretto a lasciare la vita pubblica di cui era stato per molti decenni un assoluto protagonista.

Tristezza che travalica i confini pontremolesi e lunigianesi, e che dimostrano il forte legame che Ferri avesse con il territorio ma anche oltre, tanto che, per tanti italiani, è ancora il “ministro dei 110 all’ora” quando, nel 1988, fece rallentare gli italiani abbassando il limite massimo di velocità in autostrada, in qualità di Ministro dei lavori pubblici, ruolo che ha svolto dal 1988 al 1989 sui banchi del partito socialdemocratico dell’allora governo De Mita. Ma i suoi tanti impegni a livello nazionale ed internazionale: come Europarlamentare, dal 1989 al 2004, come deputato, tra il 1992 ed il 1994 nelle file del Psdi, e come Segretario nazionale del Partito Socialista Democratico, dal 1993 al 1995, non hanno certo interrotto il suo legame con la Lunigiana e, soprattutto, con Pontremoli che anzi sono rimasti sempre vivi e profondi sin da quando, nel 1971, divenne pretore al Tribunale di Pontremoli. Del resto della “Città del Libro”, Ferri è stato ininterrottamente sindaco dal 1990 al 2004, (e vicesindaco dal 2004 al 2006 in quanto non poteva ricandidarsi dopo tre mandati consecutivi) dapprima con una coalizione di centrosinistra che riuscì, dopo un lungo dominio Democristiano, ad arrivare alla guida della città.

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Si spostò poi nella coalizione del centrodestra, ed infatti nel 1995 fu confermato primo cittadino con il sostegno di Forza Italia e Alleanza Nazionale. Aderì quindi al Ccd, per poi seguire Clemente Mastella nell’Udeur nel 1998. Nel 1999 si spostò in Forza Italia, riprendendo i rapporti con l'amico Luigi Preti. Alle elezioni europee del 1999, si candidò nelle liste del partito guidato da Silvio Berlusconi e fu eletto all'Europarlamento, dove rimase fino al 2004. Nello stesso anno fu eletto sindaco di Pontremoli per la terza volta sostenuto da una lista civica che però aveva una chiara connotazione di centrodestra. Si ricandidò a sindaco nel 2006, ma una spaccatura in seno al centrodestra, favorì il successo del candidato del centrosinistra, Franco Gussoni, scomparso nel 2018.

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Ricorda oggi il suo impegno per la città, la sindaca di Pontremoli Lucia Baracchini: «Le grandi opere infrastrutturali da lui fortemente volute e che hanno valorizzato in maniera indelebile la realtà cittadina, il grande impegno e lavoro necessario per ri donare ai pontremolesi e a tutti gli amanti della storia e della cultura il Teatro della Rosa, la ristrutturazione delle parti ancora abbandonate del Castello del Piagnaro, la fervida, importante, profonda attività culturale specie in campo giuridico, hanno portato agli onori della cronaca il nome della nostra Città. Il Centro lunigianese di studi giuridici, da lui stesso voluto, organizzato e realizzato, ha visto Pontremoli capoluogo e crocevia culturale grazie alla presenza di esponenti di spicco, ospiti dei tanti convegni internazionali da lui promossi ed organizzati a Pontremoli, e delle più importanti cariche istituzionali del mondo giuridico a livello nazionale e non solo». — RIPRODUZIONE RISERVATA

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