ROMA. È morto stanotte nella sua casa romana Arrigo Levi, giornalista, scrittore, conduttore televisivo. Aveva 94 anni, nato a Modena il 17 luglio 1926. Era tornato a casa dopo un lungo ricovero dovuto a problematiche legate all'età: in ospedale, quando aveva sentito approssimarsi la fine, ha cantato l'inno d'Israele e una filastrocca modenese legata probabilmente alla sua infanzia. Consigliere diplomatico ad altissimi livelli ha diretto “La Stampa” dal 1973 al 1978: «I cinque anni e mezzo trascorsi a Torino sono stati i più intensi della mia carriera», disse durante una lectio magistralis al ricevimento del Premio Casalegno. «Anni duri e drammatici, segnati dal terrorismo e dalla morte di amici carissimi» disse ancora in quell’occasione.  

Levi apparteneva a una famiglia della Comunità ebraica di Modena. Costretto nel 1942 a trasferirsi con i genitori in Argentina per sfuggire alle persecuzioni delle leggi razziali, si e' avvicinato al giornalismo a Buenos Aires collaborando al giornale «L'Italia libera» del Partito d'Azione. Tornato con la famiglia in Italia subito dopo la guerra, si è laureato in Filosofia e ha lavorato all'«Unità Democratica», giornale diretto da Guglielmo Zucconi. Trasferitosi in Israele si è arruolato volontario nelle brigate del Negev e ha partecipato alla prima guerra arabo-israeliana, scrivendo corrispondenze dal conflitto per i quotidiani Libertà e Gazzetta di Modena, nonché per la rivista socialista Critica Sociale diretta da Ugo Guido Mondolfo. Di nuovo in Italia, si è trasferito a Londra, dove ha lavorato al programma «Radio Londra» presso la BBC. Poi è stato corrispondente del quotidiano torinese «Gazzetta del Popolo» e del quotidiano «Corriere d'Informazione», edizione pomeridiana del «Corriere della Sera».

Nel 1960 si è trasferito a Mosca. Qui, fino al 1962, è stato corrispondente del Corriere della Sera e poi, fino al 1966, è stato corrispondente de Il Giorno. Nel 1966 è passato alla Rai, dove ha condotto il telegiornale fino al 1968: una novità per l'epoca perché prima le notizie venivano lette da uno speaker e non da un giornalista professionista.

Dal 1969 Levi ha lavorato a La Stampa prima come inviato e poi come direttore. Dal 1979 al 1983 ha collaborato con il Times, curando la rubrica di problemi internazionali. Nel 1988 è diventato capo editorialista del Corriere della Sera e dal 1998 al 15 maggio 2013 è stato consigliere per le relazioni esterne del Quirinale, prima con Carlo Azeglio Ciampi e poi con Giorgio Napolitano.

Il nome di Levi è associato a tanti programmi curati per la Rai, come Tam Tam (1981), Punto sette e Punto sette, una vita. Ha lavorato anche per Canale 5, guidando il programma Tivu' Tivu' con Angelo Campanella (dal 1987 al 1988). In seguito è tornato in Rai, con le trasmissioni I giorni dell'infanzia (1993), Emozioni Tv (1995) e Gli archivi del Cremlino (1997), della quale e' stato anche autore. Nel 1999, su Raiuno, ha condotto C'era una volta la Russia. 

Arrigo Levi con Alberto Sinigaglia, giornalisti e tipografi in tipografia per l'uscita del primo numero di Tuttolibri, nel novembre 1975

 

Levi: "Il mestiere del giornalista non è cambiato, eravamo molto moderni"

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