Bologna

Bologna piange Ivo Galletti, il papà della mortadella

Il fondatore del colosso Alcisa e patron del ristorante Diana è morto a cento anni. Nel 2001 il Comune gli conferì il Nettuno d'oro per avere onorato con la propria attività professionale e pubblica la città. I funerali si terranno sabato
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BOLOGNA - È morto ieri, a cento anni festeggiati a marzo scorso, Ivo Galletti, il papà del colosso della mortadella Alcisa di Bologna. Una figura storica per Bologna e per l'Emilia, che ha segnato un'epoca.

Industriale del settore agroalimentare, Galletti ha iniziato la sua attività nel settore della macellazione e del commercio della carni. Nel 1946, nel Dopoguerra, ha fondato con il fratello e un socio l'Alcisa il colosso degli insaccati leader per la mortadella di Bologna. Erano gli anni della ricostruzione dalle macerie, l'Alcisa fu per decenni la sua casa, la sua creatura: lui l'imprenditore che si era fatto da solo cominciando a 16 anni nella bottega del salumificio di Ulisse Colombini.

La mortadella, che nell'89 ottenne il riconoscimento europeo Igp, divenne il simbolo di Bologna. Nel 2011 disse no agli americani, quel colosso degli insaccati che aveva creato lo cedette ai Grandi salumifici italiani.

Negli anni Galletti aveva aggiunto anche il prosciuttificio Alfriuli con sede a San Daniele del Friuli e il Salumificio di Langhirano in provincia di Parma. Non solo, negli anni '50 creò il centro balneare di Principina al mare, in provincia di Grosseto. Costruì un impero allargandolo alla ristorazione, al turismo agli immobili.

'Gran Prevosto' della Dotta Confraternita del Tortellino di Bologna, è stato tra i promotori principali del Monumento al Tortellino di Castelfranco Emilia. "Oltre che persona squisita e disponibile in privato, è stato un disinteressato benefattore. Le nostre sincere condoglianze, ciao Ivo", scrive La San Nicola di Castelfranco Emilia dove non mancava alla sagra del tortellino, che aveva fondato, con la sua mortadella da cento chili. Mentre all'Antoniano di Bologna tenne a battesimo il Matterello d’Oro, la gara delle sfogline, le donne che "tirano" la pasta fatta in casa. E lì, alla mensa dei poveri mandava i suoi prodotti. Senza comparire.

Nel 1973 ha acquistato il Diana, celebre ristorante di Bologna. Grande amico dell'ex sindaco che espugnò Bologna la rossa, Giorgio Guazzaloca, non amava parlare di sé, essere protagonista delle tante opere di beneficienza a cui era dedito, anche nella sua Piumazzo dove a ristrutturato l'asilo parrocchiale. Dedicò al fratello Gino, scomparso nel 1993, la Fondazione Galletti per lo studio dell’Alzheimer e del morbo di Parkinson.

Il 2 giugno 1993 Galletti è stato nominato dall'allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro Cavaliere del Lavoro. Nel 2001 il Comune di Bologna gli conferì il premio Nettuno d'oro per avere onorato con la propria attività professionale e pubblica la città. I funerali si terranno sabato 8 agosto alle 10.30 nella chiesa San Giacomo di Piumazzo.