Il Paese della Grande Ricchezza e del Grande Debito

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Paradossi del virus. Ora per entrare in banca serve il volto coperto. È quello che scherzosamente, ma non troppo, si dicevano i pochi banchieri e le alte cariche dello Stato ospiti del salone delle cerimonie per le Considerazioni finali del governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. "Ma questa non è una banca, negli istituti di credito la mascherina si toglie prima di entrare allo sportello", ha detto a chi scrive un economista di razza. Effettivamente è così, ma la foto dei 46 uomini e delle pochissime donne del 29 maggio 2020 nella sala d'onore di Palazzo Koch ha già fatto storia e dimostra che nulla sarà come prima. Persino in una banca. Ma soprattutto nella società.

La crisi da Covid ha infatti ulteriormente rafforzato i colori dell'immagine di un paese di ricchi in un'Italia più povera. E le manovre intorno a Mediobanca di Leonardo Del Vecchio, in odore di salire al 20% (se la Bce glielo consentirà e se la Consob, cui non è stata ancora notificata l'operazione, darà il via libera) insieme all'enorme liquidità in circolazione lo confermano, anche se sono solo un pezzo di un puzzle che deve ancora comporsi.

Il paradosso di un Paese con il terzo debito pubblico al mondo ma con una ricchezza privata quasi cinque volte il Pil rischia di riverberarsi con tutta la sua iniquità tra le conseguenze della forte recessione. Che le disuguaglianze siano destinate a crescere dopo la pandemia lo ha sottolineato anche il governatore della Banca d’Italia Visco: «Finita la pandemia avremo livelli di debito pubblico e privato molto più alti e un aumento delle disuguaglianze, non solo di natura economica». Le disuguaglianze, hanno sottolineato Luisa Leone e Manuel Follis nel loro reportage sulla Grande Ricchezza su Milano Finanza in edicola, potranno così andare oltre i conti correnti o le case di proprietà, per arrivare fino al diritto all’istruzione o alle cure, come le lunghe settimane di lockdown hanno drammaticamente dimostrato.

I numeri mostrano in effetti un paese diviso in tre. Da una parte la grande finanza, pronta ad approfittare di tutte le occasioni in Borsa, con i valori azionari molto bassi delle possibili prede (e infatti, secondo quanto risulta a milanofinanza.it, Consob sta vigilando attentamente su questo fronte) ma sotto il controllo anche del governo Conte, che ha azionato il Golden Power su numerosissimi settori. Dall'altra, l'aumento della liquidità privata immobilizzata su conti correnti, fondi e gestioni di patrimonio. Le giacenze sui depositi hanno toccato i 1.613 miliardi, 95 miliardi in più rispetto all’anno precedente, con un boom nei mesi di serrata (marzo e aprile) quantificato in 30 miliardi di euro. Dall'altra ancora, infine, uno Stato sempre più impoverito, pronto a fare nuove emissioni di Btp per fronteggiare il drastico calo delle entrate dovuto alla crisi economica e un fabbisogno di altri 150 miliardi di euro aggiuntivi per il 2020. In tutto il Tesoro quest'anno dovrà emettere all'incirca 550 miliardi di euro di debito, presumibilmente a tassi d'interesse crescenti e con la possibilità di accedere ai 37 miliardi del Mes sempre sullo sfondo, più a preoccupare la maggioranza di governo che a tranquillizzarla.

E anche sui cittadini, già fiaccati dalla crisi, pende una spada di Damocle, come sul capo del ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri. Ognuno dei 60 milioni di italiani porta sulle spalle un fardello di circa 40 mila euro di debito pubblico (2.431 miliardi a fine marzo) ma può contare su una ricchezza finanziaria (escluse quindi le proprietà immobiliari) di oltre 70 mila euro procapite (4.455 miliardi a fine 2019 per Bankitalia).

Da questa cesura che si allarga sempre più come una faglia terrestre, tra la Grande Ricchezza e il Grande Debito, tra Wall Street e Main Street, possono scaturire scosse imprevedibili per la società, la finanza, l'economia e lo stesso esecutivo. Il mondo non nasce più solo nei saloni austeri della Banca d'Italia e di Via XX Settembre, né finisce a Piazzetta Cuccia. Ma gli apici di questo triangolo dovranno cominciare a tenere la guardia molto alta nell'Italia del post virus. (riproduzione riservata)