SERIE D
Si è spento Andrea Rinaldi
Aneurisma: il 19enne centrocampista del Legnano era in condizioni disperate all’ospedale di Circolo di Varese
La partita più difficile della sua giovane vita ha provato a combatterla, ma non ce l’ha fatta.
Andrea Rinaldi ricoverato all’ospedale di Circolo di Varese, è deceduto questa mattina, lunedì 11 maggio: qui il centrocampista, tra i
protagonisti del brillante campionato del Legnano, secondo posto in Serie D, era stato ricoverato dalla serata di venerdì, colpito da aneurisma cerebrale. Era stato trasportato d’urgenza dopo aver accusato un malore mentre era con la famiglia, a Cermenate.
La situazione è parsa subito drammatica. Il ragazzo, che avrebbe compiuto 20 anni il prossimo 23 giugno, è rimasto in vita artificialmente: gli organi vitali erano purtroppo compromessi, fino all’ultimo sospiro di questa mattina.
La notizia ha destato sgomento, incredulità e dolore, sia per la giovane età di Rinaldi sia per i suoi trascorsi da sportivo. Pur giocando soprattutto nei dilettanti, ha fatto del calcio la propria attività ed ambiva ad un futuro nei professionisti.
Al Legnano è arrivato la scorsa estate, dopo una stagione iniziata nell’Imolese dove aveva debuttato in Serie C, per poi passare al Mezzolara (13 presenze in D). Nei lilla è diventato subito una pedina chiave in mezzo al campo, disputando 23 partire e segnando un gol, contro la Folgore Caratese.
Sia nella gestione della prima metà del campionato, con Vincenzo Manzo in panchina, sia quando è subentrato Giovanni Cusatis, il giovanissimo interno, prodotto del vivaio dell’Atalanta (è arrivato sino alla Primavera degli orobici) si è sempre distinto.
Tra coloro che lo hanno fortemente voluto in maglia lilla c’è Matteo Mavilla.
Il direttore, tra i più sconvolti, si era immediatamente messo in contatto con la famiglia, facendo sentire la vicinanza del club: «Una notizia che una società di calcio e chi la rappresenta non vorrebbe mai ricevere - dice provato -. Talvolta, purtroppo, il destino è crudele, ci mette davanti a fatti impensabili, che vedono protagonisti ragazzi giovani, pieni di entusiasmo e voglia di emergere come Andrea. Ragazzi che godono di ottima salute, che sono un esempio per tutti per serietà, impegno, dedizione».
Parole piene di commozione anche da parte del presidente, Giovanni Munafò, addolorato. Con un filo di voce dice: «Fatico a credere che possa essere successo tutto questo ad Andrea, un ragazzo d’oro, tra i più seri che abbia mai avuto nella mia esperienza da semplice dirigente prima e da presidente negli ultimi anni a Legnano. Sa farsi voler bene da tutti: è educato, sempre presente agli allenamenti, il primo a venire incontro e salutare. Serissimo fuori dal campo, ma anche un valido giocatore: indipendentemente dal fatto che sia un under classe 2000, dimostra doti e personalità da veterano».
L’agente Marco Montesarchio è stato in contatto costante con la famiglia: «Mi affeziono alle persone che assisto, maggiormente ai giovani con i quali instauro un rapporto ancora più significativo. Cerco di spronarli a dare sempre il massimo. Con Andrea, in realtà, non è mai stato necessario, lui è sempre disponibile al sacrificio». Parole significative anche dai tecnici che hanno apprezzato le sue qualità. Vincenzo Manzo: «Fatico a rendermi conto di questa tragedia. Alleno da oltre vent’anni, raramente ho avuto un diciannovenne maturo e intelligente come lui». Giovanni Cusatis: «Un soldatino in campo, già adulto nello spogliatoio, dove tutti lo ammiravano per il suo comportamento esemplare. Sono sconvolto».
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