Napoli

Musica, è morta Mirna Doris, voce storica della canzone napoletana

Sui social messaggi di smentita dal mattino ma la clinica conferma che il decesso dell'artista è avvenuto alle 11.40. Mirna Doris vinse il Festival di Napoli nel 1968 e da lì un infinito numero di successi e di partecipazioni canore e televisive, soprattutto in Rai
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Addio a Mirna Doris, voce storica della canzone napoletana, stroncata da un cancro a 79 anni. Dopo un balletto sui social tra rivelazioni e smentite, è arrivata la conferma. Mirna Doris non c'è più. Nata a Napoli, Annunziata Chiarelli, questo il suo vero, nome avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 28 settembre. Nota in tutto il mondo, è stata una delle protagoniste assolute della musica partenopea e nazionale. Vinse il Festival di Napoli nel 1968 e da lì un infinito numero di successi e di partecipazioni canore e televisive, soprattutto in Rai.

L'artista è deceduta a Villa Angela, la clinica di via Manzoni a Napoli dove era ricoverata per curare un brutto male. Dopo alcune incertezze, è la stessa struttura sanitaria ad annunciare il decesso: "Purtroppo - conferma Fabio Turiello, responsabile dei ricoveri di Villa Angela - il cuore di Mirna Doris si è fermato alle 11.40 di stamane. In un primo momento abbiamo sperato di non dare questa notizia, poi dal medico che aveva in cura la cantante èarrivata la notizia esatta del decesso: arresto cardiaco". La notizia della morte dell'artista era già circolata alle prime ore del mattino e poi smentita. Poi alle 11.40 la comunicazione della clinica.

Vicina per indole e cultura alla generazione dei maestri Aurelio Fierro e Nunzio Gallo, scomparsi rispettivamente nel 2005 e nel 2008, più giovane di loro ma a loro legata da amicizia e solidarietà “musicale”, Mirna Doris era nata il 28 settembre 1940 nell’incanto del borgo di Marechiaro, scenario ideale e luogo simbolico per la canzone napoletana classica, di cui l’artista scomparsa fu interprete rigiorisa, con la sua limpida e ariosa vocalità. Oltre a essere, negli anni Sessanta, una star indiscussa del Festival di Napoli: nel suo repertorio, dunque, anche molte delle così dette canzoni napoletane “moderne”, un vasto repertorio forse oggi dimenticato, ma in cui è possibile trovare, accanto a materiale mediocre,  anche molte perle: Mirna Doris poteva però sul suo gusto e sul suo rigore e seppe scegliere con attenzione il suo repertorio. I suoi esordi però avvennero nel segno della musica pop italiana, o leggera come si diceva allora: la partecipazione al Festival di voci nuove di Castriocaro nel 1962 le guadagnò un contratto con la casa discografica Fonit e le spalancò le porte del Festival di Piedigrotta e poi del Festival di Napoli, dove nel 1963 presentò “Suonno perduto” e “Ricciulella”, entrambe di Salvatore Mazzocco.
 
Nel 1964 passa alla King, etichetta dell’amico Aurelio Fierro, con cui duetta al Festival di Napoli in “Nun m’abbraccià” e presenta anche, in coppia con Peppino Gagliardi, “’Mparame a vulè bene”. In quella manifestazione, come al Festival di Sanremo, una canzone veniva presentata in due versioni distinte da due cantanti e Mirn a Doris venne abbinata, nel corso degli anni, a Mario Abbate, Sergio Bruni, Mario Trevi e Antonio Buonomo, autentiche star dell’epoca. Ma la ragazza di Marechiaro non trascurò neanche la canzone italiana e le sue manifestazioni, partecipando al Disco per l’estate, al Festival delle rose e a Canzonissima, Nel 1968 arriva finalmente la vittoria al Festival di Napoli con “Core spezzato”, in coppia con Tony Astarita, e insieme anche il terzo posto insieme a Claudio Villa con “Ammore ‘e Napule”.Nel 1975 dà prova anche delle sue doti d’attrice come protagonista femminile della sceneggiata “Grazie Marì” insieme a Pino Mauro e nel 1976 la sua versione del classico di Salvatore Di Giacomo “Era de maggiio” viene inserita da Bernardo Bertolucci nella colonna sonora del film “Novecento”.

Dopo la fine del Festival di Napoli e di quel mondo, Mirna è ospite di molte delle trasmissioni televisive, emittenza pubblica o privata, che vedano al centro la canzone napoletana. Nel 1979 partecipa allo spettacolo “Festa di Piedigrotta”, un classico testo di Raffaele Viviani messi in scena da Roberto De Simone. Dieci dopo pubblica l’antologia in cinque album “Napoli una donna”, in cui accanto a un’ampia scelta di classici napoletani e ai suoi successi personali (tra cui “Verde fiume”, fortemente ispirata all “Barcarola” di Offenbach), la Doris incide due cover di celebri brani di  Claudio Mattone, “Ancora” e “’A città ‘e Pulcenella”,.Negli anni Novanta conosce un forte ritorno di popolarità grazie alla sua partecipazione a programmi di Paolo Limiti e di Mike Bongiorno. Gli  anni 2000 la vedono protagonista di recital nei più importanti teatri della sua città (Sannazaro, Delle Palme, Trianon, Bolivar) e di nuovo in scena accanto a Geppy Glejeses e a Tato Russo. Nel 2008 a Bagnara Calabra le viene conferito il Premio Mia Martini alla carriera. Uno dei suo ultimi concerti, il 6 aprile 2018, ebbe luogo proprio a Marechiaro, il borgo di rocce e mare dove la sua vita, vissuta nel segno della melodia, era cominciata.