8 dicembre 2019 - 17:42

Scomparso a 84 anni l’avvocato
Giuseppe Frigo, «maestro» di diritto

Fino al 2016 è stato giudice della Corte costituzionale. I funerali martedì 10 dicembre nella chiesa del Buon Pastore di viale Venezia in città. Il sindaco: «La sua morte è una perdita per il mondo dell’avvocatura italiana e per il Paese intero»

di Marco Toresini

Scomparso a 84 anni l'avvocato  Giuseppe Frigo, «maestro» di diritto
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Il caso ha voluto che si chiamasse Giuseppe come Zanardelli il politico e avvocato bresciano che fu ministro della Giustizia del Governo Crispi, padre del codice penale che rimase in vigore fino al 1931, e con Zanardelli, per tutta una vita, non solo ha condiviso (metaforicamente) lo studio di Vicolo San Zanino (centro storico di Brescia a due passi dal Foro Romano), ma anche il rigore per il diritto, la maniacale attenzione per i diritti e per un processo equo e giusto. Giuseppe, Giuseppe Frigo, avvocato, professore universitario, giudice della Corte costituzionale, se n’è andato il 7 dicembre 2019 a 84 anni compiuti a marzo, vinto da una lunga malattia che nel 2016 lo costrinse a lasciare anzitempo il ruolo di giudice della Corte costituzionale, l’ultimo e il più prestigioso incarico rivestito in una carriera professionale che fa di Giuseppe Frigo uno dei “maestri” bresciani del diritto.

La carriera

Frigo si laureò nel 1957 a Pavia in Giurisprudenza, alunno del collegio Borromeo, come l’amico Mino Martinazzoli (di qualche anno più anziano) che da ministro della Giustizia, nel ruolo che fu di Zanardelli, lo volle nella commissione incaricata di redigere il nuovo codice di procedura penale entrato in vigore nel 1988 e tuttora vigente. Nel 1998, e fino al 2002, divenne presidente nazionale dell’Unione Camere Penali, organismo di cui fu animatore attento e autorevole nel solco del “giusto processo” e della separazione delle carriere fra giudice e pubblico ministero, ruolo che affiancò al suo lavoro di avvocato penalista e, con la nascita della facoltà di Giurisprudenza a Brescia, di docente di diritto penale comparato ed europeo. Il 21 ottobre del 2008, a larga maggioranza (fu indicato dal Popolo delle Libertà, ma catalizzò anche i voti di Pd e Udc), Giuseppe Frigo fu eletto giudice della Corte costituzionale. «Sono stato il decano dei giudici, benvoluto da tutti e il lavoro della Corte è stato particolarmente gratificante» aveva raccontato nel 2016, quando il pressing dei medici lo aveva indotto a dimettersi anzitempo dall’incarico per l’impossibilità di curare una malattia così grave con un lavoro a 600 chilometri di distanza da casa. Alla Corte, ha raccontato, ha sempre lavorato in armonia: «Tra i componenti della Consulta c’è stato un grande rispetto reciproco. La dialettica interna si è tenuta nei limiti doverosi e nell’esplicazione massima del contributo di ciascuno».

Brescia orfana di un professore illuminato

Amava il lavoro di squadra l’avvocato Frigo ed ora a Brescia si sente orfana di un professionista illuminato, di un suo autorevole membro che l’ha aiutata a crescere in quel campo difficile qual è l’amministrazione della giustizia penale. «Le sentenze di cui sei stato estensore rappresentano alcune fra le pagine più significative della produzione costituzionale di questi anni» gli hanno ricordato gli avvocati della Camera penale di Brescia salutando il suo ritorno a casa dopo l’esperienza alla Consulta e tributandogli un «sincero apprezzamento all’illuminata opera di giudice Costituzionale» e anche per «aver fornito un’immagine dell’avvocatura cosi’ elevata, pronta a dare il più alto contributo nella società e anche nella giurisdizione». Ora quella luce si è spenta, ma la linea resta tracciata forte e autorevole. E in queste ore sono in tanti nella camera ardente allestita presso la clinica Poliambulanza a tributare l’ultimo omaggio a Giuseppe Frigo, che lascia la moglie Paola e le figlie Alessandra ed Elena (avvocato come il padre) e tanti «discepoli» che sono cresciuto seguendo i suoi insegnamenti, le sue arringhe accorate, le sue analisi mai banali, i suoi interventi che rappresentavano sempre un valore aggiunto.

L’ultimo saluto

I funerali sono stati fissati martedì 10 dicembre, alle 10.30, nella Chiesa del Buon Pastore in viale Venezia a Brescia, dove la città saluterà un professionista che ha contribuito alla crescita civile di un Paese. Proprio come l’amico di sempre Mino Martinazzoli o «l’altro» Giuseppe: Zanardelli.

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