Uno dei più importanti giornali americani, Usa Today, potrebbe chiudere nel giro di qualche mese l’edizione su carta per concentrare tutti gli sforzi e le risorse sul digitale. Lo ha annunciato il Poynter Institute for Media Studies, una scuola di giornalismo che svolge autorevoli e informate ricerche sul mondo dei media.

Il gruppo Gannett, che edita Usa Today, sta per essere fuso con un altro gruppo, con GateHouse. La nuova società cambierà dirigenti e amministratori e il nuovo Ceo, Paul Bascobert, ha già indicato ai suoi collaboratori qual è l’inevitabile percorso che li attende. Nel corso di una conferenza in streaming con i 109 giornali locali del gruppo Gannett, Bascobert non ha mai nominato in un’ora e un quarto di discorso le parole “stampare” o “stampato”: i costi dell’edizione su carta crescono e i ricavati delle vendite e della raccolta pubblicitaria non sono più in grado di sostenerli. “Stare in mezzo al guado non è una strategia”, ha detto, lasciando intendere che prima o poi la decisione andrà presa, e prima è, meglio sarà. L’attuale editrice, Maribel Perez Wadsworth, ha dovuto smentire le ipotesi del Poynter, precisando che non ci sono al riguardo decisioni all’orizzonte, ma l’istituto ha confermato le sue indiscrezioni.

Nel 2007, Usa Today vendeva 2.289.000 copie, diffuse nell’intero territorio degli Stati Uniti. Oggi ne vende 520.000, delle quali 178.000 in edicola e nei distributori automatici a prezzo pieno, e 342.000 agli hotel a prezzo ridotto. Essere l’unico giornale nazionale, insieme al Wall Street Journal, ha costi molto elevati di stampa e distribuzione. In California vende 50.000 copie, ma le 266 copie del Montana sono molto costose da consegnare al singolo lettore.

Il giornale fornisce ai quotidiani locali del gruppo intere pagine di notiziario nazionale, un programma che intende proseguire. Ma negli ultimi tempi molte sezioni su carta sono state abolite perché non generavano introiti superiori ai costi. Il giornale ha ridotto il numero delle pagine anche a causa della mancanza di avvisi pubblicitari e si appresta a studiare un percorso che lo porterà a essere uno dei primi grandi giornali americani a stampare la sua “ultima copia”. L’obiettivo è ora quello di concentrarsi sui ricavati digitali. Gli abbonati all’edizione online sono 561.000 e dovranno crescere ancora. Le sinergie con i giornali locali saranno incrementate, anche per ridurre ulteriormente i costi. Lo staff di 289 persone sarà ridimensionato, ma si investirà molto sul notiziario proprio, realizzando ad esempio una sezione investigativa composta da un team di 21 persone.

Molti giornali americani, oltre a ridurre il numero di pagine, hanno già ridotto anche il numero di uscite settimanali. Si è cominciato con l’edizione del sabato, la meno venduta. La Pittsburg Post-Gazette ha annunciato che uscirà solo tre giorni alla settimana, una decisione che chiaramente prelude alla fine dell’edizione su carta.

Usa Today è stato fondato nel 1982 e ha perso nei primi 5 anni di uscita 200 milioni di dollari. Il suo visionario fondatore, Al Neuharth, è riuscito a mantenerlo in vita grazie agli accordi con gli hotel, che ne distribuivano una copia gratuita in ogni stanza, e con innovazioni poi imitate da tutti, come la cartina del tempo a colori alla quale era dedicata l’intera ultima pagina, al formato più piccolo e alle innovazioni grafiche.

Neuharth è stato anche l’ispiratore del Newsmuseum che si trova sul Mall a Washington, un museo sul giornalismo che riempiva d’orgoglio ogni giornalista che lo visitava per i valori della professione che vi erano rappresentati. Il Newsmuseum chiuderà alla fine di quest’anno, per mancanza di fondi e di visitatori. Un altro brutto segno dei tempi.

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