Torino un po’ questa storia delle Olimpiadi se l’era dimenticata. In campagna elettorale era comparsa senza infiammare gli animi, ma alla notizia che Milano ce l’ha fatta e Torino guarda la festa altrui in tv il cuore sabaudo ha avuto un sussulto ed è tornata la rabbia.

E poco importa se il nuovo governo della regione le sta provando tutte per tornare in corsa. La volontà di provarci emerge forte dalle parole dell’assessore regionale al Post Olimpico Fabrizio Ricca (Lega): «I nostri impianti sono a disposizione del Paese per organizzare una grande edizione dei Giochi». Gli fa eco la presidente di Ascom Maria Luisa Coppa: «Speriamo di recuperare qualcosa».

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Ma per ora sono solo parole che non scaldano il cuore dei torinesi. Tra quelli in attesa di assistere allo show dei droni in piazza Vittorio, ieri sera, dominavano delusione e grande scoramento perché la sensazione di essere di nuovo tagliati fuori e sempre più isolati è fortissima. «Un’occasione persa: eravamo già attrezzati e avevamo il successo del 2006», dice Mirena Galanello. In coda ai varchi e quindi più nervosi: «Un’occasione mancata - dice Marco Bello -. Siamo l’unica città al mondo che è riuscita a mantenere i siti olimpici e a farne un’occasione di crescita, quindi avevamo tutto già pronto. E invece è finita così».

«Torino ha perso una grande occasione - rincara la dose Laura Zancanaro - noi facciamo sempre la figura da città di serie B. La sindaca non ci ha aiutato. Ora c’è la proposta di Cirio, non ci crediamo tanto, anche perché sarebbe scorretto per chi ha vinto». In pochi credono al recupero: «Non è un’occasione sprecata - dice con sicurezza Matteo Modafferi -. È giusto che le facciano anche altri. Basta che siano italiane. Non credo che ci sia un modo di farle tornare ma si spera».

«Le colpe sono sicuramente nostre - è l’analisi del consigliere Cinquestelle Aldo Curatella - per non essere stati capaci di affrontare la questione in modo sereno, e anche di chi a Roma non comunica correttamente con i territori ma dà messaggi a convenienza che poi cambia».

Anche Roberto Rosso, assessore regionale e consigliere comunale di Fratelli d’Italia, ne fa una questione politica con precisi responsabili, e non tutti a Torino: «Una sconfitta che ha nomi e cognomi, in primo luogo il Coni, poi il Governo, ma anche il Comune di Torino».

Tristezza anche dalla deputata di Forza Italia Claudia Porchietto: «Dispiace che la città di Torino si sia tirata indietro, mancando una grande opportunità di rilancio». Rabbia dalla deputata del Pd Silvia Fregolent: «La mia città ha perso una occasione irripetibile di sviluppo sostenibile, di crescita economica e occupazionale e di promozione internazionale, rinunciando ad una appuntamento di prestigio e di valore mondiale. Anche se continuerà a governare fino alla fine del suo mandato, Chiara Appendino conclude qui la sua carriera politica. Nessuno, dopo questa disfatta, avrà il coraggio di ricandidarla».