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  • Juve, Nedved ha già scaricato Allegri: il destino di Max è segnato?

    Juve, Nedved ha già scaricato Allegri: il destino di Max è segnato?

    • Cristiano Corbo
    Certe storie si fanno anche di sguardi. Di parole non dette. La Juve perde a Roma, ma sul futuro tecnico la partita è ancora in gioco e durerà ben più di novanta minuti. Martedì, il primo feedback, il faccia a faccia che può spaccare in due questo ciclo vincente dei bianconeri. 48 ore bastano per disegnare piani e scenari, per scatenare le più fervide fantasie. La sostanza è però ben più nitida di tutti i 'se' e 'ma' che si stanno costruendo in questo momento: la gestione sportiva della Signora non vuole più Massimiliano Allegri su quella panchina. L'hanno raccontato i condizionali di Nedved a inizio partita. L'ha palesato tutta quest'attesa che non suscita suspance, semmai recita impazienza. 

    DALLE PAROLE... - "Se Allegri sarà sulla panchina della Juventus anche l'anno prossimo? Chi vivrà, vedrà". Pavel ha citato suo figlio, che pure aveva aizzato i tifosi in una story Instagram con - in allegato - una faccia decisamente eloquente. Allegri, all'Olimpico, davanti allo sguardo del severo vice presidente ha comunque dimostrato di avere salde le redini della squadra. La Juve ha giocato bene, demeritando la sconfitta. Di tanto in tanto, ha dato quasi spettacolo. Soprattutto, ha mostrato voglia di spendersi per il proprio 'gestore', senza far parlare quei malumori - chissà - già smaltiti dalla sbornia della vittoria. Eppure la discussione esiste. Si fa ancor più chiara e anzi: ora è addirittura unilaterale. 'Aspettiamo l'incontro, ma migliorare la squadra è difficile', dice Nedved. Intendendo: se si presenta con una lista della spesa, il primo nome a essere depennato forse è proprio quello del livornese. 

    AI FATTI - Intanto, la clessidra si sta per svuotare e il tempo inizia a stringere sul collo di Max. Pronto ad allargare la camicia con le dita per prendere un po' d'aria, moto innaturale di chi conosce la propria condanna prima dell'ultimo verdetto. Un respiro, e poi... poi 'si vedrà'. Come si è sempre visto, sì. Ma mai con quest'intensità e con questa sorta d'intolleranza di fondo, forse da entrambe le parti. E' certamente paradossale che una storia così bella stia generando strascichi che nessuno immaginava potessero appartenerle: stavolta non è una questione di ingiustizia o mancata riconoscenza, è solo voglia di cambiare. Nedved l'ha raccontato con gli occhi, dimenticando che anche quelli sanno parlare ben chiaro.

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