Riceviamo e pubblichiamo due interventi dedicati a Cesare Dujany. A ricordare il politico valdostano morto una settimana fa sono Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, e Roberto Louvin, ex presidente della Regione, professore universitario e presidente della Commissione paritetica per lo Statuto.

César Dujany è un esponente illustre e indimenticabile dell’autonomia valdostana. Questa, riconosciuta dalla Costituzione, ha le sue radici in una identità storica e culturale ben precisa, di cui sono stati eminente espressione personalità come Émile Chanoux, Federico Chabod, Alessandro ed Ettore Passerin d’Entrèves.

Lo statuto valdostano è ispirato al modello più schietto dell’autogoverno locale, accolto nell’articolo 5 della Costituzione repubblicana.

Dujany ha vissuto questa storia da protagonista e, a lungo, guida autorevole. Membro del Consiglio regionale (uno dei più votati), per sette legislature, fin dalla prima apertasi nel 1949, e poi ininterrottamente fino al 1979; Presidente della Regione dal 1970 al 1974; successivamente parlamentare della Repubblica, eletto a ricoprire l’unico seggio spettante alla Valle d’Aosta nella Camera dei deputati, per due legislature, e poi nel Senato per tre legislature, fino al 1996: una vita al servizio delle istituzioni, valdostane e nazionali. Negli ultimi anni della sua vita così ricca, è stato Presidente dell’Istituto storico della resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta. Egli ha caratterizzato quella che può definirsi una delle migliori, o forse la migliore, stagione politica di questa Regione. Di estrazione cattolico-democratica, Dujany nei primi anni Settanta del secolo scorso fu alla guida della nuova formazione politica dei Democratici Popolari, staccatasi dalla DC, e governò la Valle negli anni in cui a livello nazionale nascevano le Regioni ordinarie e si andava realizzando, sia pure lentamente, il nuovo assetto autonomistico della Repubblica. La sua opera e il suo insegnamento non saranno dimenticati.

Valerio Onida, Presidente emerito della Corte Costituzionale

«L’autonomia non è un bene ereditato, ma un patrimonio da meritare quotidianamente». Così un anno fa, alla veneranda età di 98 anni, Cesare Dujany apriva il Convegno celebrativo del 70° anniversario dell’autonomia.

Lo Sénateur – titolo che più d’ogni altro l’ha distinto, perfino più di quello di Presidente della Regione – era la biografia vivente dell’autonomia regionale.

Forgiato dalla Resistenza a vent’anni, è alla testa dell’Istituto storico per la Resistenza che chiude il cerchio del suo impegno civile, ricordandoci fino all’ultimo il dovere di combattere tutti i fascismi, quale che sia la forma in cui la storia li ripropone.

Le battaglie della maturità ne fanno la guida della «terza via» fra Democrazia cristiana e Union valdôtaine, nel temerario tentativo di rompere il monolite democristiano e di coniugare l’impegno politico dei cattolici con i valori autonomistici modernizzando la politica valdostana.

Passati i turbolenti primi anni Settanta, l’opera di Dujany punta soprattutto alla coesione della comunità valdostana.

Cinque legislature in Parlamento, un’opera ineguagliata di consolidamento del nostro particolarismo: sostegno alle categorie professionali valdostane, come le guide alpine, protezione delle minoranze con norme statutarie per le popolazioni walser e possibilità per la Valle di ottenere apposite norme d’attuazione dello Statuto con l’istituzione, nel 1993, della Commissione paritetica non sono che alcune fra le tante realizzazioni che portano la sua firma.

Nessun politico valdostano ha goduto nell’ultimo mezzo secolo di un prestigio pari al suo, di una considerazione così unanime, da parte delle genti delle nostre valli quanto di grandi personalità politiche nazionali.

Una presenza discreta, fatta di saggezza e competenza, che ha lasciato ovunque una traccia indelebile.

Roberto Louvin Presidente Commissione paritetica per le norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Autonoma Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste

Professore di Diritto pubblico comparato all’Università di Trieste

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