È morto oggi a Roma, all’età di 85 anni, l’attore e umorista Mario Marenco. L’attore, che era anche architetto e designer, ha legato la sua carriera prima radiofonica e poi televisiva a Renzo Arbore, realizzando con lui e Gianni Boncompagni Alto Gradimento, e poi praticamente tutte le trasmissioni televisive di Arbore, da Quelli della notte a Indietro tutta. Ad Arbore Marenco era legatissimo anche perché nati entrambi a Foggia. «Sono sotto choc - è stato il commento di Arbore -. Con la morte di Mario se ne vanno 60 anni di amicizia, simpatia, di risate di pancia. Risate vere che facevamo tutti insieme, con lui, con Boncompagni, con Bracardi. Con Boncompagni - ricorda ancora Arbore - le ultime risate, quando era già malato, le abbiamo fatte proprio riascoltando Mario, che era un grandissimo inventore di umorismo».

La carriera
Volto di personaggi come il colonnello Buttiglione, la Sgarambona, l’astronauta spagnolo Raimundo Navarro, il dottor Anemo Carlone, il professor Aristogitone, Verzo, Ida Lo Nigro, il poeta Marius Marenco. Dopo il debutto in tv con Cochi e Renato e Enzo Jannacci nel programma Il buono e il cattivo, raggiunse il successo nel 1970 con in radio con Alto gradimento. Fu l’inviato Mr Ramengo dell’Altra domenica, protagonista di programmi come Odeon, Sotto le stelle e soprattutto Indietro tutta dove interpretava il personaggio di Riccardino.

È stato anche attore per il cinema (Il Colonnello Buttiglione diventa generale, Von Buttiglione Sturmtruppenfuehrer, Il pap’occhio, I carabbinieri, Vigili e vigilesse, Sing - Il sogno di Brooklyn) e autore di libri umoristici editi da Rizzoli tra cui Lo scarafo nella brodazza, Dal nostro inviato speciale, Los Puttanados, Stupefax e Il quaderno delle poesie. Nel 2006 si esibì in coppia col performer Nicola Vicidomini. Sempre con quest’ultimo, nel 2007 ha curato la codirezione artistica della rassegna Salvaguardia Testa Festival a Roma.

Nato a Foggia - proprio come il sodale Arbore - il 9 settembre 1933, si era laureato in architettura a Napoli, nel 1957 e dopo borse di ricerca a Stoccolma e Chicago aveva aperto a Roma un suo atelier di architettura e design. Complice della svolta verso la carriera di attore brillante e umorista, una scossa di terremoto, a Rimini: come egli stesso aveva raccontato in qualche intervista, era al Grand Hotel, con l’amico e autore televisivo Alfredo Cerruti, e iniziò a fare telefonate per chiedere cosa fosse successo, spacciandosi per un tal colonnello Buttiglione, diventato poi una delle sue maschere celebri.

Il debutto in tv nel 1972, con Cochi e Renato e Enzo Jannacci nel programma Il buono e il cattivo. Ma a consacrare la sua comicità surreale e un po’ folle era stata la radio, nel 1970, con Alto gradimento, talk show comico demenziale e format ancora insuperato dell’intrattenimento radiofonico, condotto da Arbore e Boncompagni. Sempre Arbore lo volle, nel 1976, all’Altra domenica, archetipo dell’intrattenimento domenicale all’insegna di creatività, ironia e mix di generi. Vennero poi Odeon, L’uovo e il cubo, e ancora negli anni ’80 Sotto le stelle, Chiappala chiappala con Bracardi e soprattutto Indietro tutta, con quel Riccardino che rilanciò Marenco all’attenzione affettuosa del grande pubblico. Di recente era tornato alla radio con il Programmone di Nino Frassica.

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