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Iraq, bombardata base militare, un morto e otto feriti

Dai fronti di guerra ai reportage di costume: chi è Gabriele Micalizzi, il fotogiornalista milanese ferito in Siria

Gabriele Micalizzi  
Trentaquattro anni, lavora in provincia di Piacenza, è sposato e ha due figlie. Non è la prima volta che si trova in situazioni di pericolo
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E' milanese e ha 34 anni ma già una lunga gavetta come fotoreporter anche da teatri di guerra: Gabriele Micalizzi è rimasto ferito in Siria, nella zona di Deir Ezzor, dove centinaia di miliziani dell'Isis asserragliati nell'ultimo bastione si oppongono all'avanzata delle forze filo-Usa. Micalizzi, che lavora per lo studio fotografico Cesura di Pianello Valtidone (Piacenza), non sarebbe in pericolo di vita, ma avrebbe riportato alcune ferite al volto, come racconta al telefono la moglie Ester: "Da quello che ho saputo, sta per essere trasportato in elicottero in un ospedale di Erbil". Micalizzi e sua moglie vivono nel piacentino con le loro due figlie di 6 e 7 anni. Il fotoreporter si trovava con un collega della Cnn quando è stato colpito. Era arrivato in Siria meno di una settimana fa per un reportage sulla situazione del Paese e sull'offensiva delle forze curde contro l'Isis.

Non è la prima volta che Micalizzi si trova in situazioni di pericolo, come ha raccontato spesso nelle interviste rilasciate in questi anni. In Egitto, per esempio, mentre era in corso la rivolta contro Mubarak: "Sembrava di essere in un film ambientato nel Medioevo. Mi sono trovato tra due schieramenti, uno davanti all'altro. A un certo punto hanno iniziato a caricarsi, una fiumana di gente in cui volavano calci, pugni, coltellate, pistolettate, molotov. E io a scattare". Oppure In Thailandia, dove era arrivato dopo essere stato in Afghanistan "Ho seguito scontri durissimi nel quartiere a luci rosse occupato dall'esercito. È lì che mi è esplosa vicino una granata e un ragazzo ferito mi è caduto addosso. L'ho posato a terra e fotografato". Il 34enne ha fondato il collettivo di fotografi indipendenti Cesura con due colleghi: il guru del fotogiornalismo Alex Maioli e Andy Rocchelli, suo grande amico e collega che 4 anni fa aveva perso la vita proprio durante un servizio fotografico In Ucraina.

Non è un cinico Micalizzi, ma un fotoreporter di razza che, come ha sempre tenuto a precisare, "non deve compromettere gli avvenimenti che gli capitano intorno". Non sempre è possibile, però, come quella volta che salvò la vita a un soldato iracheno: "Eravamo a Mosul, accerchiati dall'Isis. Erano a meno di 20 metri. Il soldato viene colpito a un piede, letteralmente gli esplode e quello che doveva essere il dottore non era in grado di aiutarlo. Dalla gamba il sangue usciva come tempera calda - la sua descrizione di quegli attimi drammatici - e con un laccio ho bloccato l'emorragia e con una schiumarola per la pasta e un pezzo di sedia ho steccato la gamba. Tutto questo in mezzo alla sparatoria. Però bisognava portarlo via e poi scappare. Così un ragazzo se lo è messo in spalla e in mezzo ai colpi è riuscito a portarlo fuori, non so come. Adesso il soldato è vivo e riesce anche a camminare. Aveva solo 20 anni".

Il fotoreporter milanese si ispira a un altro grande fotoreporter di guerra, il francese Luc Delahaye, con il quale ha condiviso alcune settimane di lavoro in Libia: "È il Clint Clint Eastwood del fotogiornalismo - spiegava Micalizzi -. Ho passato con lui i momenti più belli della mia vita. Era sempre il più avanzato, gli hanno sparato addosso tutti i giorni. È veramente hardcore. Una volta in auto ci urlano di fermarci e scendere. Mentre siamo nella sabbia un Rpg (una granata, ndr) ci esplode sulla testa. Io ero tra lo spaventato e l'eccitato. Mi giro e vedo Luc sdraiato che fuma il sigaro".

Negli ultimi anni Micalizzi è stato in Libia, in Egitto, nella striscia di Gaza e in altri tra i fronti più caldi del mondo. Ma, prima di dedicarsi ai reportage di guerra - e anche adesso, quando si trovava a Milano - è sempre stato uno dei fotografi più ricercati anche dalle grandi case di moda (uno degli ultimi, per la Nike, con il rapper Tedua). Ma tra i suoi lavori ci sono anche fotoprogetti su sportivi, cantanti, e su reportage cittadini.