U.E. E La chiesa paghi l’ICI

Monica Sgherri*

 

Sentenza storica dell’Unione europea: lo stato recuperi i crediti arretrati

Anche la chiesa ed enti no profit devono pagare l’ICI su tutti gli immobili che svolgono attività commerciali

 

L’Unione Europea con una sentenza storica mette la parola fine a una controversia con la quale, in nome “l’impossibilità di recupero dell’aiuto a causa di difficoltà organizzative”, lo Stato italiano rinunciava a riscuotere l’Ici dal 2006 al 2011 sugli immobili adibii ad attività commerciali di Istituti ed Enti religiosi.

La sentenza dice che lo Stato deve recuperare questi crediti perché il loro mancato pagamento si configura come vera e propria concorrenza sleale rispetto, ad esempio, alle medesime scuole private di ispirazione laica, vedi proprio la scuola Montessori che ha fatto ricorso alla corte di giustizia europea.

Dovevano e devono pagare l’Ici gli immobili adibiti ad attività commerciali: cliniche e scuole private, alberghi ed ostelli, negozi anche di proprietà della chiesa.

Lo stato deve recuperare l’ICI non versata dal 2006 al 2011, sono ritenute mere “difficoltà interne” quelle che lo Stato aveva addotto per giustificare la rinuncia a riscuotere tale credito.

È una storia lunga più di un decennio fatta di passi avanti e vergognosi passi indietro.

Nel 2006 è concessa l’esenzione ICI la chiesa ed enti no profit anche per immobili a uso commerciali. Nel 2012 arriva la pima presa di posizione della commissione europea che dichiara illegittima tale esenzione perché costituisce aiuti di Stato distorsivi della concorrenza ed impone l’applicazione dell’Ici fin dal 2006.

Sempre nel 2012 il Governo Monti sostituisce l’IMU all’ICI e ne impone l’applicazione anche agli immobili ecclesiastici adibiti ad attività commerciali, ma i criteri non sono certi e pertanto si continua a non pagare.

Vergognosa marcia indietro del Governo Renzi nel 2015 che con decreto concede l’esenzione IMU agli immobili della chiesa anche se adibiti a scuole private, cliniche convenzionale, musei, università, ecc. e questo indipendentemente da contratti e dalle condizioni di lavoro praticate. Nonostante anche Papa Francesco riconosca che chi fa affari nell’accoglienza e nell’assistenza sanitaria è tenuto a pagarci le tasse.

Nel 2016 un ulteriore doccia fredda arriva con la sentenza del tribunale di 1° grado del Lussemburgo che stabilisce che gli arretrati non dovranno essere pagati perché troppo complicato individuarli!! E si continua a non pagare Un regalo stimato allora dall’Anci di circa 4 -5 miliardi.

Non demorde la scuola elementare Montessori di Roma, aiutata dai Radicali, che ricorre nel 2013 presso la Corte di Giustizia europea, la quale appunto accoglie il ricorso, riconosce l’attività analoga svolta dalla scuola Montessori e la situazione concorrenziale ad essa sfavorevole derivante dal regime di esenzione di cui avrebbero goduto le scuole confessionali.

E arriva dunque la parola fine: L’Italia recuperi l’Ici non versata da chiesa ed Enti no profit dal 2006 al 2011 pena sottoporsi alla procedura di infrazione, con ulteriori costi a carico dello Stato e dunque dei cittadini.

È raccapricciante però che in un periodo di mancanza di risorse pubbliche sufficienti per la scuola, per la sanità, per la casa sia stata necessaria una sentenza della corte di giustizia europea per imporre allo Stato il recupero di questi crediti. La dice lunga su quali e quanti siano le vie della privatizzazione di servizi e funzioni essenziali dello Stato, dove si sostiene e di fatto si finanzia lo svilupparsi di servizi per ceti più abbienti (scuole private, sanità privata, ecc.).

Finalmente si pone la parola fine alle esenzioni illegittime quanto vergognose e di questo non possiamo che esserne contenti.

 

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