«È una vergogna»: ai commercianti non piace la prospettiva di un Natale senza le Luci d’Artista in via Roma. È la prima volta in 21 anni, da quando è nato il progetto. «Sarà triste, quelle luminarie erano un simbolo» protesta Lucia Procino, dietro il bancone della tabaccheria all’inizio della via che l’anno scorso era illuminata dal «Planetario», la serie di costellazioni luminose dell’artista Carmelo Giammello. «È un danno di immagine enorme» ripetono all’unisono negozianti e commessi, anche quelli delle catene che non sono autorizzati a rilasciare dichiarazioni ma che sull’uscio confessano sottovoce: «Allora è vero? Non riusciamo a crederci, vogliono far morire il centro, forse?».

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Contro le periferie

Giuseppe Orecchia ha aperto il suo negozio di gioielli al civico 44 molti anni fa: «Senza quelle installazioni si rovina l’immagine di tutta Torino: via Roma è il biglietto da visita della città, le Luci d’Artista non aiutano solo il commercio, ma anche il turismo». Per Walter Pradel, di Wapa accessori, «le periferie non si riqualificano mettendoci le Luci d’Artista, ma tappando buche e facendo sentire sicuri i residenti: ci mancava solo che togliessero le installazioni da via Roma, già è poco considerata: guardate i lampadari, sono pieni di ragnatele e per passeggiare bisogna scavalcare i barboni». In realtà, il Comune sta lavorando a una soluzione: «Trovare luminarie alternative». Ma non sarà la stessa cosa, per Stefano Lo Russo, capogruppo «dem» in Sala Rossa, che su Facebook attacca: «Le Luci d’Artista non sono semplici luminarie, ma opere d’arte contemporanea: hanno sempre avuto lo scopo di valorizzare nel periodo natalizio le architetture barocche del centro, facendolo diventare attrattivo anche sotto l’aspetto culturale. Non credo che lo stesso effetto virtuoso possa essere prodotto sparpagliandole in giro, una per quartiere». La pensa allo stesso modo anche Giuseppe Gianquitto, del negozio di vestiti «Aeronautica militare», in via Lagrange, altra via orfana quest’anno delle Luci d’rtista: «Dico solo che non si possono aiutare le periferie penalizzando il centro storico, non ha senso». Nicola Bottino è uno studente del Politecnico, arriva da Genova: «Lì le vie principali sono sempre illuminate a Natale: vivo a Torino da due anni, credo che le Luci di via Roma fossero un elemento caratteristico, che andava conservato».

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Le vie «indipendenti»

La solidarietà ai bistrattati commercianti di via Roma, arriva anche dai colleghi delle piccole vie limitrofe: «Portavo sempre i miei nipoti a vedere le Luci d’artista, erano anche istruttive, mi spiace molto che non ci siano» dice Mariagrazia Reynaldi del laboratorio di cosmesi naturale «Dottoressa Reynaldi» in via Gramsci 10. Mentre in via Amendola corrono ai ripari da soli, da quando tre anni fa il Comune ha depennato la via da quelle destinate alle luminarie. Vanno avanti lo stesso, con la colletta: il quartier generale, per la raccolta fondi, è il bar Alexander, dove Yuri D’Ambrosio sta cercando di chiamare a raccolta anche altri esercenti: « È difficile, ma noi ci teniamo, visto che la via è piccola e pedonale, molto bella da vedere. Certo, senza Luci in via Roma sarà un handicap anche per noi, ma le allestiremo lo stesso, anche a costo di rimetterci».

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