Buone notizie per gli amanti del tartufo bianco. Le abbondanti piogge di primavera e l’estate non avara di temporali hanno creato le condizioni ottimali per un avvio di stagione opposto a quello dell’anno scorso, quando dai terreni riarsi non si cavavano neppure le patate. «Le prospettive sono più che buone» confermano dal Centro nazionale studi tartufo, che ha sede ad Alba.

Anche troppo, però. Sebbene la stagione di raccolta inizierà solo il 21 settembre, già in questi giorni c’è qualche furbetto che gira per i boschi piemontesi e non resiste alla tentazione di tirar fuori del terreno i primi e immaturi tartufi, quasi sempre su richiesta di ristoratori altrettanto furbetti a cui pare non bastino oltre quattro mesi (la raccolta è consentita fino al 31 gennaio) di trifole nel menù. Un danno tutt’altro che trascurabile.

«Dal 1 al 20 settembre - spiegano dal Centro studi - la Regione Piemonte ha stabilito il “fermo biologico”, uno stop alla raccolta per tutte le specie di tartufo».

Si tratta di un periodo di tregua necessario per evitare un eccessivo sfruttamento dell’ambiente durante un momento fondamentale per la maturazione dei corpi fruttiferi. «Amare e godere del tartufo significa anche rispettare la sua stagionalità e permettere all’ambiente i giusti tempi di attività e riposo» dice il presidente del Centro studi, Antonio Degiacomi.

Le sanzioni

I trifolao attivi in Piemonte sono 5mila. «Siamo stati noi a chiedere alla Regione di istituire il fermo biologico, sarebbe assurdo non rispettarlo» dice Agostino Aprile, presidente dell’Unione delle Associazioni trifolao piemontesi. Le sanzioni sono pesanti e vanno fino a 2.582 euro per chi raccoglie e fino a 5.170 euro per chi commercializza tartufi fuori dal periodo consentito.

«Quest’anno - aggiunge Aprile - abbiamo organizzato delle guardie ecologiche, una decina di volontari abilitati che girano nelle tartufaie a caccia di chi non rispetta le regole».

Anche il Nas di Alessandria è allertato. «Fino al 21 settembre i tartufi bianchi non devono essere commercializzati - dice il tenente colonnello Biagio Carillo, comandante del Nas -. Faremo tutte le attività di verifica per far rispettare questo divieto». I ristoratori di Langa e Roero hanno ricevuto un promemoria anche dall’Associazione commercianti albesi. «Il tartufo - dice il direttore Fabrizio Pace - è un frutto troppo importante per questo territorio e per la sua economia: osservare il fermo biologico e raccoglierlo nei periodi indicati è doveroso, in ossequio alle regole e nel rispetto della natura che lo produce».

Insomma, quest’anno la stagione del tartufo bianco promette bene e non è il caso di rovinarla con una falsa partenza. La «grande abbuffata» può aspettare ancora tre settimane.

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