Nessuno stravolgimento e nessuna rivoluzione della riforma in atto, il governo Conte non vuole cambiare le carte in tavola nel mondo del credito cooperativo. Parola del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, in audizione al Senato, per il quale l'esecutivo non ha alcuna intenzione di modificare in maniera significativa quanto già previsto per le Bcc, "per non mettere a dura prova la certezza del diritto". Semmai è più probabile, per il resposabile del dicastero, che vi possano essere semplici "ritocchi, se si ritengono necessari" relativi esclusivamente ai requisiti professionali per le piccole banche e i tempi di approvazione dei patti di coesione. Esclusa, invece, la introduzione del concetto di volontarietà sull'adesione alle capogruppo spa dei gruppi cooperativi.
Per quel che concerne la moratoria, se esiste una problematica delle Bcc di studiare meglio i patti di coesione prima di firmarli, "questo è un tema che può essere preso in considerazione", ha aggiunto il ministro, lasciando così aperta la porta a un allungamento dei tempi che la riforma attuale indica in 90 giorni dopo l'autorizzazione ai gruppi da parte delle autorità di vigilanza.
"Ho sentito tra i suggerimenti quello di alzare la quota minima e credo che su questo punto il governo possa essere favorevole e possa essere favorevole anche a correggere per esempio alcune misure che riguardano la determinazione dei requisiti professionali che si richiedono alle piccole Bcc", ha aggiunto il responsabile del Mef, ma "auspicare che ci sia volontarietà nell'adesione ai gruppi significa abolire la riforma: sarebbe una scelta politica, tutto è possibile ma sarebbe azzerare una riforma alla quale ha aderito la stragrande maggioranza delle Bcc".
E' chiaro, ha poi sottolineato il ministro, che "tale scelta è quanto meno complicata e va considerata con molto senso responsabilità. Non mi sembra che questa richiesta provenga dalla stragrande maggioranza del movimento cooperativo", ha poi chiosato in audizione.
Allargando poi l'orizzonte del suo intervento, il ministro Tria, ha specificato che per il sistema bancario italiano "il flusso di nuovi crediti deteriorati (Npl) si è stabilizzato a valori pre-crisi e c'è un calo significativo dello stock dei deteriorati".