Come Bank of America anche Goldman Sachs batte le attese. Nel secondo trimestre l'utile netto è salito del 44% a 2,35 miliardi di dollari, pari a 5,98 dollari ad azione, contro gli 1,63 miliardi di un anno prima (3,95 dollari) e gli attesi 4,66 dollari. I ricavi netti sono cresciuti del 19% a 9,40 miliardi, superando le attese di 8,74 miliardi.
Si tratta del miglior risultato nel secondo trimestre degli ultimi nove anni. Più nel dettaglio, la crescita del business del reddito fisso, valute e materie prime ha fatto salire del 17% i ricavi complessivi dei servizi a clienti istituzionali a 3,57 miliardi di dollari. Quanto ai ricavi da reddito fisso si sono impennati del 45%.
La banca ha detto che il contesto operativo è stato nel secondo trimestre migliore di quello di un anno fa, ma non quanto quello del primo trimestre. Il business istituzionale ha generato il 38% dei ricavi del gruppo nel trimestre, ma con quello dei capitali propri invariato. La banca ha anche annunciato che il ceo, Lloyd Blankfe, lascerà il gruppo. Al suo posto è stato nominato, come previsto, il presidente David Solomon. Sarà operativo dal primo ottobre. La promozione era attesa, ma non così presto.
Goldman Sachs si è mossa negli ultimi anni per alleggerire la propria dipendenza dai suoi traders, la cui quota di entrate su tutto il territorio è scesa di circa due terzi dal picco del 37% dello scorso anno. La banca sta espandendo la sua piccola consumer bank, lanciata nel 2016, e sta investendo risorse per crescere, assumendo i migliori dealmaker e costruendo prodotti bancari commerciali.
Il titolo cede circa 1% nel pre-mercato a Wall Street. Ha perso il 9,2% da inizio anno a ieri. Gli investitori, che hanno acquistato i titoli bancari americani sulla scia delle elezioni presidenziali del 2016, sono diventati più ribassisti sul comparto.