«È improrogabile l'impegno comune nel promuovere i processi di pace nelle varie aree di conflitto. Vi è urgente necessità di forme concrete di solidarietà verso chi è nel bisogno, ed è compito dei responsabili delle Chiese aiutare le persone a raccogliere le proprie energie per porle al servizio del bene comune e, nello stesso tempo, difendere la loro dignità, la loro libertà, i loro diritti». Lo ha detto papa Francesco parlando del continente africano nell'udienza alla Organization of African Instituted Churches.

«Molti Paesi - ha fatto presente papa Francesco - sono ancora lontani dalla pace e da uno sviluppo economico, sociale e politico che abbracci tutti i settori e offra condizioni di vita e adeguate opportunità a tutti i cittadini». L'«enorme sfida» - così l'ha definita il pontefice - è «offrire stabilità, istruzione e opportunità di lavoro ai giovani, che formano una parte cosi ampia delle società africane».

Passare dunque dallo sfruttamento alla solidarietà, perché «l'Africa di oggi è stata paragonata a quell'uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico e che cadde nelle mani dei briganti, che lo spogliarono, lo percossero e se ne andarono lasciandolo mezzo morto», ha detto il Pontefice invitando a mettere in campo piani di sostegno per i popoli del continente africano.

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