La commissione d'inchiesta ha terminato il proprio lavoro di analisi sul progetto della discarica di amianto al Brianco di Salussola. Nelle 120 pagine gli esperti di fatto riconoscono diverse preoccupazioni sollevate dal comitato «Salussola ambiente è futuro» e dai cittadini, ma la conclusione a cui arrivano lascia spazi a interpretazioni. Di fatto invita la Provincia di Biella a una «ponderata valutazione». La relazione sarà analizzata anche durante la conferenza dei servizi che è convocata per giovedì mattina in Provincia a Biella. Non era nel ruolo della commissione d’inchiesta terminare con un «Si» o con un «No», starà alla Provincia autorizzare o fermare la discarica, facendo buon uso di tutte le informazioni.

QUESTIONE TECNICHE

Il comitato ambientalista contro la discarica aveva sollevato diverse questioni tecniche che sono state riconosciute dalla commissione, ma altre sono state aggiunge. Tali criticità in alcuni casi sono risolvibili con prescrizioni che possono anche essere molto onerose per il proponente, che dovrebbe, in quel caso, valutare se ha ancora convenienza economica nel realizzare l'impianto. In altri casi invece la commissione ritiene la situazione così delicata da rendere necessario tassativamente procedere con ulteriori indagini. E' il caso del rischio di contaminazione della falda acquifera. La commissione chiede altri rilevamenti e sottolinea che la falda non raggiunga mai il corpo della discarica, nemmeno in caso di “eventi di ricarica dell’acquifero di straordinaria intensità”, cioè innalzamento della falda. E conclude con «si ricorda l’importanza della conservazione della qualità delle risorse idriche sotterranee visto che il sito prescelto è interno della zona di ricarica degli acquiferi profondi». Anche sul tema della salute la commissione fa notare come gli studi dimostrino che l’inalazione di fibre di amianto sia causa di mesotelioma, tumore maligno del polmone, della laringe, dell’ovaio, e di altre malattie polmonare, riconoscendo che «non è noto un valore di fondo sotto al quale il rischio si azzera». In definitiva per la commissione di inchiesta «la verifica di assenza di dispersione di fibre è fondamentale». Mentre per quanto riguarda le questioni di pianificazione e sviluppo socio-economico del territorio la commissione non prende posizione, sottolineando che non ha alcuna competenza, rimandando ogni giudizio alla Provincia. Scrivono i tecnici: «Il procedimento richiede una approfondita e ponderata valutazione circa la coerenza sostanziale dell’eventuale autorizzazione con le esigenze della pianificazione e dell’ambiente». Ora la palla passa quindi alla Conferenza dei servizi, ma il comitato ribadisce i punti chiave della propria battaglia: la sicurezza dei cittadini di oggi e di domani e lo sviluppo socio-economico ondato sull’agricoltura che raggiunge la sua massima espressione nel riconoscimento della Dop riso di baraggia biellese e vercellese.

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